Hubschhorn dal Passo del Sempione

Hubschhorn dal Passo del Sempione
La gita
larix66
4 12/05/2024
Accesso stradale
Due cantieri con senso unico alternato; al ritorno coda interminabile per rientro dal ponte per una festività elvetica, fortunatamente in direzione opposta alla nostra.
Osservazioni
Visto cadere valanghe a pera
Neve (parte superiore gita)
Bagnata
Neve (parte inferiore gita)
Bagnata
Quota neve m
2000
Equipaggiamento
Scialpinistica

Itinerario raramente in condizione, richiede ottimo innevamento e neve stabile. Oggi troviamo neve non rigelata su tutto il percorso, anche alla quote più alte, ma grazie all’ottima traccia di chi ci ha preceduto (a cui vanno i nostri ringraziamenti) arriviamo in cima nonostante i capricci del meteo. Passato il laghetto di Rotelsch ci alziamo con un lungo traverso diagonale in direzione dei piloni dell’alta tensione; quindi seguiamo la traccia che si snoda sui pendii tra fasce rocciose affioranti e sassi nascosti nonostante lo spessore del manto sia ancora notevole. La neve molle cede spesso sotto lo sci a valle anche restando sulla traccia, di cui incrociamo brevemente gli autori già di ritorno verso le 9.30, scelta azzeccata viste le condizioni. A metà salita veniamo raggiunti dalle nuvole che risalgono il versante Sud, mentre verso il Passo rimane buona visibilità. Decidiamo di continuare proprio grazie alla presenza della traccia, evidente anche con scarsa visibilità; più avanti il cielo concede ancora ampi spazi soleggiati. Arriviamo in vetta verso mezzogiorno insieme alle nuvole che lasciano poco spazio al panorama; vista la situazione decidiamo di fermarci alla punta Sud-Ovest, che la più recente versione della carta Svizzera quota 3190 metri, uno solo in meno della cima Nord Est che ci accontentiamo di osservare alla fine della cresta innevata con cornici, nel breve istante in cui le nuvole ne concedono la visione. Ci prepariamo alla discesa e approfittiamo di una schiarita per affrontare i ripidi pendii sotto la vetta, dove troviamo la neve migliore di tutto il percorso. Poco più in basso il caldo mostra tutti i suoi effetti; ad ogni curva provochiamo scaricamenti che interessano fortunatamente solo lo strato più superficiale. Seguiamo il più possibile la tracce di salita e discesa esistenti per non sollecitare ulteriormente il manto, fortunatamente stabile negli strati più profondi. Osserviamo una grossa valanga a pera che scende lentamente una cinquantina di metri alla nostra destra, e sembra non finire mai.
Passiamo con precauzione un tratto con una grossa spaccatura nel pendio roccioso, accompagnata da profonde fenditure nel manto nevoso simili a crepacci, poi dobbiamo solo fare attenzione ai sassi nascosti sotto la neve. Vista l’ora e la temperatura decidiamo di evitare il lungo traverso seguito all’andata, che taglia un pendio abbastanza ripido, optando per il vasto canalone che ci riporta verso il laghetto, già percorso da numerose tracce; anche nella discesa del canale muoviamo grosse quantità di neve pesante ad ogni curva.

Gita portata a termine con soddisfazione ad una cima per me ancora inesplorata, in compagnia di Max.

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