Hohe Geige Westgrat

Hohe Geige Westgrat
La gita
vicente
5 15/08/2017

Itinerario in ottime condizioni e di grande soddisfazione. Abbiamo spezzato la salita in due giorni dormendo alla confortevole Ruesselsheimer Huette 2323m DAV, dove si puo’ gustare lo squisito Gulasch di stambecco (!), una specialita’ del rifugio tramandata da generazioni. Il primo giorno salita pomeridiana tranquilla in neanche un’ora e mezza fino al rifugio, con i fischi delle marmotte che si sentivano fin dal nostro Lager. A nanna alle 21 e colazione alle 6 e 10. Ci rifocilliamo a dovere e partiamo prima delle 7, dove arriviamo con facile sentiero al primo bivio: dritti Normalweg, a sinistra Gahwinden. Prendiamo quest’ultimo e, con traccia esposta su ripidissimi pendii erbosi, arriviamo alla croce di vetta di Gahwinden, eccellente punto panoramico su tutto il Pitzal e la regina delle Alpi Venoste, la Wildspitze. Spicca di fronte a noi l’imponente mole della Watzespitze, con il suo celebre ghiacciaio pensile.
Da Gahwinden inizia il Westgrat. All’inizio si procede su ripido pendio erboso, che fa ben presto spazio a blocchi di roccia rotta. In un primo tempo l’esposizione e’ poca o nulla perche’ ci si muove con facile ginnastica in mezzo ai blocchi. Poi, la cresta si restringe via a via e arriviamo al Fruehstueckplatz, letteralmente, posto da colazione. Il panorama e’ sempre piu’ straordinario. Proseguiamo sulla cresta, che sale ripidamente e inizia a opporre le prime difficolta’ di rilievo in corrispondenza della via di fuga verso il dirupato canalone del Normalweg (catene e cavi d’acciaio). Noi proseguiamo sul Westgrat, che a questo punto e’ sovente attrezzato con cavi d’acciaio nei punti piu’ delicati. Dopo una discesa da una forcella arriviamo in traverso esposto alla base di una placca di una dozzina di metri, molto ripida e solcata da un cavo d’acciaio. Nonostante la placca sia bella dritta, mano a mano che si sale le prese aumentano e si sale agevolmente. Giungiamo quindi alla fine del tratto attrezzato e, in breve, alla conca che ospita l’ampio glacionevato. Contrariamente a molte relazioni, non troviamo il famoso laghetto che esce dal glacionevato. Pestiamo neve nella ripida parte alta (attenzione al ghiaccio vivo a tratti affioranti) senza calzare ramponi e facendo molta attenzione. Giungiamo cosi’ alla forcella a picco sull’ampio circo glaciale che si stende dalla parte opposta, e infine, su terreno malagevole e blocchi, raggiungiamo la piccola vetta. Panorama stupendo a 360 gradi su Zugspitze, Alpi Breonie, Venoste, Silvretta, Verwallgruppe, Lechtaler Alpen, e chi piu’ ne ha, ne metta.

Dopo circa tre quarti d’ora di sosta iniziamo la discesa. Papa’ scivola per due metri sul glacionevato, che stavolta attraversiamo nella parte bassa, meno ripida. Se la cava con qualche escoriazione e taglietto sul braccio, che mi affretto a medicare. Passato questo piccolo inconveniente ci portiamo al bordo del catino glaciale e facciamo il punto della situazione: di scendere per il Westgrat non se ne parla, specie per via di alcuni passaggi chiave che sarebbe poco piacevole disarrampicare senza corda. Optiamo percio’ per la via normale, che da qui ha un aspetto poco invitante ma sappiamo non opporre particolari difficolta’ tecniche fatta eccezione per un po’ di elementare disarrampicata e costante attenzione per la natura sfasciata ed estremamente ripida del terreno. Seguendo fedelmente i talora radi bolli rossi e i provvidenziali ometti, giungiamo alla base del versante sud ormai su terreno morenico e guardiamo in alto: che schifo il versante sud-ovest dove passa la normale! Basta e avanza scenderlo una volta sola (sempre meglio che scendere la cresta ovest), ma sconsiglierei caldamente di salire per la normale. Per fortuna non abbiamo fatto muovere nulla, ma il casco ci ha dato una sicurezza in piu’. Nel mentre, osservavamo (e sentivamo) importanti scariche di pietre dalla parete opposta, quella del Puitkogel, giusto come avvisaglia che occorre far attenzione al terreno qui.
Dalla base del versante sud-ovest raggiungiamo facilmente e in breve il rifugio. Meritata torta di ciliegie e rapida discesa in un’ora precisa fino all’auto.

Splendida salita sulla vetta piu’ elevata del Geigenkamm e una delle piu’ importanti di Pitztal e Oetztal.
Indispensabile il casco (ce l’hanno proprio tutti, qui) e consigliabili i ramponi, che abbiamo visto usare a diverse persone. A inizio stagione anche la piccozza e’ estremamente utile. Noi siamo saliti e scesi slegati, ma volendo avere una sicurezza in piu’ consiglio almeno due longe e moschettoni per assicurarsi ai cavi sul Westgrat o, ancor meglio, una corda da 20-30m, specialmente qualora si volesse lasciare aperta l’opzione di scendere per il Westgrat o in caso di meteo incerto (molti tratti sarebbero assai delicati se bagnati o innevati/ghiacciati).
Oggi oltre a noi una dozzina di persone hanno calcato la vetta.
Un bel modo di festeggiare Ferragosto!
Con papa’, in grande spolvero.

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