Guin (Becca di) traversata Creste SO – S

Guin (Becca di) traversata Creste SO – S
La gita
andreamilano
5 27/09/2018

Al rifugista del Prarayer risulta che nessuno si sia ancora avvicinato al Col Budden durante l’estate 18. Questo accende la nostra voglia di anticonformismo settembrino. Tuttavia sul libro del bivacco Paoluccio, 3/4 firme confermavano che il luogo non sia stato completamente isolato.

Le condizioni del piccolo ghiacciaio sotto il colle sono un’incognita (il rifugista non sa nulla), visto che non sono visibili dal basso; e solo una volta giunti sopra la Gran Tete possiamo constatare che non è malaccio, nonostante l’evidente ritiro e abbassamento.
Ci sono 2/3 grossi crepi evitabili e nella parte finale saliamo per rocce e sfasciumi sul lato sinistro fino al bivacco. Sotto il colle il ghiacciaio è ridotto ad una lastra grigia coperta di sassi; e anche il nevaio triangolare sotto la Becca di Guin è quasi completamente andato, con continue scariche di sassi che si calmano solo di notte.

Al bivacco si sta benissimo. Alle 17 la lamiera ancora scotta – leggera brezza e ottima visibilità – di notte luna piena. Ma per bere dobbiamo sciogliere ghiaccio fossile.

Al mattino partiamo con molta calma, aspettando ad aprire la porta col primo raggio di sole (07.40). La cresta è tutta asciutta e ritrovo alcuni ometti che ho lasciato 2 anni fa. Arriviamo in cima in due ore. La Punta Sella è li di fronte e molto invitante, ma bisognerebbe aggiungere ancora 3 ore a/r, e rischieremmo di finire fuori orario, visto le giornate ormai corte.

Al ritorno tentiamo la traversata su ghiacciaio fino al Tete Roses, ma finiamo in un mare di crepi e ghiaccio secco; quindi dietrofront e affrontiamo lo smarronamento della discesa lungo le Petit e Grand Tete. Arriviamo alla macchina alle 20.30.

Non “un addio” a questi posti, ma “un arrivederci”…

Gran gita

Con Elisabetta

Consiglio per chi volesse fare questa gita, di portarsi una corda da 20 metri. Più lunga sarebbe solo peso inutile. Inutile anche la ferraglia, tanto non cè nulla di solido a cui attaccarsi. Le difficoltà non superano mai il II+/III. Procedere il più possibile slegati e leggeri facendo molta attenzione a non smuovere nulla. (opinioni personali)

A chi interessa, dei tedeschi hanno salito la Dent d’Herens, che è in condizioni.

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