Guin (Becca di) traversata Creste SO – S

Guin (Becca di) traversata Creste SO – S
La gita
andreamilano
5 31/08/2015

Voglio visitare questo posto che ho in mente da anni; anche solo per la soddisfazione di pernottare al mitico bivacco Paoluccio.
Il meteo va in peggioramento quindi tento la cima il giorno stesso. L’avvicinamento è molto lungo, ed il superamento delle Petit e Grande Tete di Bellatsà è abbastanza estenuante. Anche il ghiacciaio non è semplice, con neve cedevole nella parte alta. Per evitare dei bei buchi passo sulle rocce alla base della Becca di Guin.

In 5 ore e mezza arrivo al bivacco, dove riposo per mezz’ora. Poi continuo lungo la cresta, che vista dal basso sembra tutto tranne che facile. Intanto le nebbie che salgono da cervinia, pian piano si diradano ed il precipizio alla mia destra si mostra in tutta la sua grandezza. Che posto !

All’inizio la cresta non è difficile, poi si fa più ripida, ma sempre ben articolata e ricca di appigli. Chiaramente nessun segno di passaggio umano. Mi faccio degli ometti che mi saranno utili in discesa. In due o tre punti indugio se continuare o lasciar perdere, combattuto tra esaltazione e fifa. Ma la cima sembra vicina e dopo tutta la strada fatta non posso fermarmi qua. C’è un ultimo traverso, praticamente nel vuoto che mi fa superare il filo di cresta sul lato est e poi per rocce rotte fino alla sommità.

Qui delusione. Quella che sembra essere la cima è ancora più lontana di quanto pensassi. Continuo lungo la cresta, supero un intaglio innevato e poi arrivo su una sommità rossiccia. Non si capisce se questa è la vetta e quelli davanti sono gli Jumeaux, o mi trovo solo sull’anticima che sulla cartina è quotata 3765m. Me ne frego perché ho fifa per la discesa e torno subito indietro.
Devo disarrampicare su III che per me non è facile, ma a poco a poco col fiatone e con le mani sudate ritorno al bivacco.

Per il giorno dopo avevo in mente di salire la Punta Budden e poi scendere velocemente prima che cambi il tempo. Ma dopo un tramonto spettacolare, ed una luna piena sopra in mare di nubi, la nebbia torna più incazzata che mai.

All’alba la nebbia è spessissima, e alle 6.45 parto comunque, seguendo le mie impronte nella neve come Pollicino. Verso i 3200m con sollievo sbuco sotto le nuvole e raggiungo la Grande Tete. Poi arriva una leggiera pioggerella, però almeno vedo dove vado. Scendo dalla Petit Tete aggrappandomi con le mani all’erba bagnata per non scivolare. Da Prarayer fino alla diga sotto pioggia a secchiate.

Itinerario secondo me a torto poco frequentato. La montagna è molto più solida di tante cime marce della Valle d’Aosta ben più frequentate.
La magagna è il superamento delle Petit e Grande Tete di Bellatsà. Nella nebbia ci si perderebbe. Consiglio di passare la notte al Tete de Roses, il cui percorso d’accesso è più segnalato e poi per facile ghiacciaio arrivare al Col Budden.
Evitare di raggiungere il Col Budden lungo la Punta Budden come molti consigliano, perché non è semplice e vista l’esposizione a nord, è facile trovarla innevata.

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