Non c’è acqua prima del bivacco, se non al casotto pngp. In ghiacciaio tutti i crepacci son ben visibili ed evidenti, rendendoli facilmente aggirabili. Lo scioglimento però ha reso irraggiungibile l’attacco della via. Non trovandolo e non vedendo segni gialli più in alto, noi abbiamo attaccato in un punto debole più a destra, tagliando poi diagonalmente fino a trovare i primi segnavia. Da lì basta seguirli ed è impossibile perdersi. Col senno di poi la scelta è stata saggia. In discesa infatti dopo l’ultima doppia (che in condizioni normali arriva sul ghiacciaio) ci siamo trovati in una situazione in cui era difficile continuare, dati i lastroni di roccia coperti di polvere, ghiaino e ghiaccio, che rendono il tratto molto instabile e scivoloso, attaccare lì sarebbe stato un azzardo.
Da non sottovalutare però la monotonia della salita, soprattutto a livello psicologico, anche se all’arrivo viene ricompensata: la cima è incredibilmente panoramica e di una soddisfazione unica.
Very mobile (che si appoggia a wind-tre) non prende in nessun punto della ascesa, dal bivacco alla cima.
Un ringraziamento speciale ad Andrea che mi ha accompagnato in questa impresa