Itinerario sicuramente bellissimo in un ambiente molto suggestivo che evoca episodi miliari della storia dell’alpinismo classico, ma anche severo e impegnativo e quindi consigliato per alpinisti allenati, preparati, motivati e determinati. La descrizione allegata è giusta, ma l’ambiente e il percorso sono complessi e per questo non facili da descrivere. Il percorso, sotto il profilo alpinistico è completo e offre un pò tutto e il meglio che può offrire l’alpinismo classico: percorsi su ghiacciaio con tratti ripidi (45-50°) già nella parte superiore del Glacier de Planpinceux, sotto il Rocher de Reposoir, e sopra, con esile e spettacolare crestina, e delicato attraversamento del ripido canale glaciale per portarsi sul Rocher Whymper, e percorso di roccia sul Rocher de Reposoir e sul Rocher Whymper con passaggi di II grado continui e di III grado molto frequenti. Il tempo indicato per la salita è corretto, ma solo se le condizioni del percorso, l’allenamento personale e il meteo sono favorevoli. Se una sola di queste condizioni non è verificata, tutto si allunga e anche di molto, inoltre bisogna calcolare che il tempo per la discesa non si discosta molto da quello della salita. Salita compiuta lunedì 22, per trovare condizioni meteo più favorevoli rispetto a quelli del giorno precedente, che fermato le cordate presenti al rifugio. Partenza alle ore 2 con cielo perfettamente stellato e rapida salita sul ghiacciaio e poi sul Rocher de Reposoir (con anticipo sui tempi indicati). Personalmente ho trovato delicato l’attraversamento del ripido canale da effettuare per raggiungere il Rocher Whymper, con neve dura (e quindi con condizioni favorevoli), ma da effettuare in leggera discesa sul percorso di andata. Come si dice in queste circostanze, bisogna avere “passo sicuro e fiducia nei ramponi”, altrimenti il volo si conclude molto più in basso, nei crepacci spettacolari, ma impressionanti anche solo a vederli dall’alto, del ghiacciaio delle Grandes Jorasses. Dopo aver raggiunto il Rocher Whymper, l’abbiamo risalito troppo e quando abbiamo visto l’altra cordata austrica (presente con noi al rifugio la sera precedente) più bassa, sul percorso più veloce, siamo ridiscesi, utilizzando cordini e soste presenti sulla cresta, e ci siamo portati sul plateu sommitale del Glacier des Grandes Jorasses e l’abbiamo attraversato sotto i seracchi per concludere la salita. Questo inconveniente (ma per noi è stata la prima esperienza in questo ambiente) ci ha fatto perdere un paio d’ore, ma eravamo ancora nei tempi indicati. Durante l’ultima parte della salita il cielo si è rannuvolato e quindi al temine, immediato dietro front e ritorno sul medesimo percorso. In prossimità del Rocher de Reposoir ha iniziato a nevicare, prima in modo leggero, poi -sul tratto roccioso- decisamente di più. Una nevicata estiva in piena regola, che ha “insaponato” perfettamente tutto il perrorso roccioso. Discesa quindi assai delicata, effettuata con una ventina di calate a corda doppia, tutte a braccia (solo alcune con prusik di sicurezza) per non allungare il tempo della percorrenza. Ma non c’era altro da fare…, e così sole alle 19 e 30 circa siamo rientrati (fradici) al rifugio dove ci attendeva il gestore che ci ha visti un’ora prima circa sul ghiacciaio. Giornata con finale avventuroso, ma sicuramente molto bella e indimenticabile, condivisa con il giovane cugino Stefano A., ottimo e completo alpinista (ma per me non è una novità), forte e già temprato anche nelle circostanze e situazioni avverse come quella incontrate sulla discesa del Reposoir. Accogliente e cordiale la gestione del rifugio e quindi saluti e grazie a Mauro (proveniente dalla “scuola del rifugio Gonella”) e al collaboratore argentino. Anche se non leggono questo commento, mi piace salutare la guida austriaca (di elevato profilo) residente a Chamonix (Andreas…) e il suo cliente, altrettanto valido, gli unici -con noi- su questa bellissima montagna in questa giornata.