Grande Rochere e Petite Rochere da Planaval

Grande Rochere e Petite Rochere da Planaval
La gita
brunello-56
5 07/09/2020

La salita alla Grande Rochere, partendo da casa, è sempre un inesorabile banco di prova: sono quasi 2000 m di dislivello, e il terrore di gettare la spugna strada facendo è sempre grande, sarà per questo che poi si opta per altre destinazioni.
Oggi, finito di impregnare legni, alle 10:30 passate sono partito destinazione Bonalex con l’idea di salire per un tratto verso la Grande Rochere già sapendo che il previsto peggioramento del meteo avrebbe indotto l’inevitabile dietrofront (ed evitato figuracce). Poi però – si sa – un passo dopo l’altro e si procede verso la vetta anche se le condizioni di visibilità erano quasi nulle (la cima non si è mai scoperta); ho rinunciato a pochi metri dalla sommità, primo perché era inutile salire in quelle condizioni, poi perché l’abbassamento della nuvolosità stava oscurando la via di ritorno generando un senso di inquietudine (anche se poi in discesa è ritornato il sereno).
Sono ritornato sulla Grande Rochere dopo anni. Dalle relazioni sembrava che, avendo aumentato segni e riferimenti, il percorso avesse perso quel senso di wilderness: io non ho avuto quell’impressione. Dal masso sul pianoro di Bonalex la salita inizia su un marcato solco accompagnato da frequenti ometti; poi il solco diventa una traccia sull’erba e gli ometti si diradano. Poi, ad un ultimo ometto in un pianoro (che ho ricostruito aumentandone la volumetria), più nulla. Sono allora salito rimanendo sempre a destra del costone, terminato il quale ho piegato leggermente a sinistra, ritrovando alcuni ometti e puntando alla cresta; d questa ho puntato alla vetta ma poi, vista la cima sempre nascosta e la nuvolosità bassa ho invertito il senso si marcia.
In discesa ho cercato di ritrovare il percorso che ricordavo e sono allora disceso lasciandomi il costone alla mia sinistra. In effetti si ritrova una via forse più regolare e lineare, sempre ripida, in parte su zolle erbose in parte su sassi, da dove sono ritornato abbastanza agevolmente al mio ometto ricostruito.
Per me comunque la via rimane soggettiva, si naviga a vista ma in vetta si arriva sempre perché basta salire (senza scoraggiarsi). Ma la salita alle Grande Rochere non è una scienza esatta.
E’ sempre comunque una bella gita in un bell’ambiente, dove la natura predomina e l’umano è veramente fuori luogo, l’ho appurato oggi con un rapace che mi volteggiava sulla testa (a distanza non proprio rassicurante), un branco di stambecchi ed una terna di pernici bianche. Motivo in più per le 5*.

Grazie alla moglie per il pick-up a Planaval.

Link copiato