Grande Rochere e Petite Rochere da Planaval

Grande Rochere e Petite Rochere da Planaval
La gita
andrea81
5 09/09/2018
Accesso stradale
parcheggio ampio a Planaval

Salito e sceso dal sentiero, il che rende la gita piuttosto (in relazione al dislivello) breve. La parte di spostamento è comunque molto limitata, 15′ su sterrata fino all’Alpe Ecules, poi il sentiero inizia a salire gradualmente per poi impennarsi nella gola a fianco del torrente. Qui prestare attenzione perchè molti tondini di ferro usati per sostenere i gradoni in legno sporgono, occhio specialmente in discesa. Raggiunta la stupenda conca di Bonalex, arriva il sole (infatti nonostante l’esposizione il vallone sottostante è incassato ed il sole arriva tardi) e la temperatura già piuttosto calda si alza ancora. Attualmente è presente una mandria all’alpeggio, quindi l’acqua che si trova non è sicura.
Attraversata comodamente la piana su vaghe tracce, eccomi alla base dei 1000 m di dislivello per la cima, che dista solo 900 m in linea d’aria il che fa capire la ripidezza del percorso.
La prima parte di salita, erbosa, non ha una vera e propria traccia ma si sale a vista, seguendo qualche ometto e dei bolli gialli di vernice sbiadita. Man mano salendo la traccia diventa più marcata; quello che viene chiamato “passaggio chiave” non rappresenta nessuna difficoltà, è solo un traverso su terreno un po’ sporco di detrito che permette di accedere a una crestina la quale a sua volta dà accesso ad un valloncello sovrastante, racchiuso tra le due cime. Qui via via il terreno diventa più detritico e faticoso e sempre in forte pendenza. Poco prima del colle ho piegato a sinistra raggiungendo in breve la Petite Rochere (breve passaggio franoso su traverso, poi pendio molto comodo). Sosta ristoratrice, e sono ritornato al colle per salire ora la Grande Rochere. Tutto sommato è meno peggio di quel che sembra, nella prima parte pressochè terrosa le tracce si notano molto agevolmente, a metà pendio invece, complice pietrame vario, ho vagato un po’ cercando i passaggi migliori; ometti non ce ne sono. l’ideale è puntare appena possibile alla cresta sovrastante, salendo vari canalini detritici, dove il terreno migliora ed in breve si arriva in cima. Da segnalare che la cima (dove è posto un cippo di confine) sembra si stia spaccando (si osservano fratture nelle rocce che la compongono).

Arrivato in cima dopo 4 ore, piuttosto affaticato in quanto non sono mai riuscito a trovare il ritmo giusto gambe/fiato.
Giornata molto bella con qualche nuvola di calore di poco conto, gran caldo tipicamente estivo. Mentre scendevo ho incontrato due escursionisti alla base del pendio finale. Visti due sulla Bonalè, che vista da qui è davvero stupenda. Ottimo segnale telefonico (svizzero) ma solo in cima.

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