E’ sicuramente una escursione di grande respiro, nel senso che oltre a buone gambe è anche necessario avere molto fiato! Si tratta in effetti di una salita particolarmente faticosa (noi siamo saliti e scesi per la variante 1), di quelle classiche per “amatori”, che dal pianoro erboso in poi non congede praticamente mai tregua. Oltretutto alcuni tratti sono su fine detrito, così capita che dopo avere fatto un passo in salita ci si ritrovi più in basso di prima! A tutto questo si aggiunga che, non avendo letto molto attentamente la relazione, non abbiamo trovato il sentiero nel canale che porta all’Alpe Bonalè ed abbiamo dovuto risalire un canale erboso assurdamente ripido (al ritorno, a scanso di equivoci, abbiamo seguito la strada interpoderale). Bolli gialli ed ometti sono presenti in buon numero, però bisogna sempre stare attenti perchè è molto facile andare fuori traccia, ed ovviamente le cose peggiorano. Assolutamente sconsigliata con meteo incerto e dopo il Col de la Rochère, in caso di neve dura e/o ghiaccio, è meglio avere i ramponi. Poca neve presente da quota 3000 circa fino al colle, ma di nessun disturbo, anzi! Giornata con meteo veramente “spaziale” e visibilità eccezionale, anche se piuttosto fredda ed a tratti ventosa (0° alla partenza a Planaval). Panorama straordinario, soprattutto sul Bianco e le Jorasses, ma anche su quasi tutto l’arco alpino occidentale. Con Fausto.