Grand Pilier d’Angle Dufour-Frehelcon uscita Boivin-Vallencant

Grand Pilier d’Angle Dufour-Frehelcon uscita Boivin-Vallencant
La gita
simonecima
5 26/06/2015

Ho combinato la parte bassa della Bouchard con l’uscita Boivin.
Vado con ordine.
Accesso al Moore agile su una terminale abbastanza in quadro.
Dovesse venire giù si passa più a sinistra.
Non ho trovato un paio di doppie almeno: siamo arrivati alla base del nevaio con due doppie da 55 mentre ne ricordavo quattro o cinque.
Abbiamo bivaccato sul Plateau sotto la Brenva per valutare la terminale di accesso al Pilier.
Se c’è una cosa che mi infastidisce è girare sotto la Pera alle due del mattino in cerca di un passaggio, verso dove poi….
All terminale si passa tutto a sinistra come quasi sempre accade.
Noi siamo passati slegati sopra un gran tamburo, andando sulle uova.
Neve perfetta fino all’attacco della Bouchard.
Tiri bassi della via molt facili ma improteggibili: non si mette nulla o quasi.
Mi sembra di aver piazzato due viti corte nel polistirene in 55 metri di tiro.
Nuovamente pendii a posto e veloci e uscita spettacolare al sole, sui lunghissimi tiri della Boivin.
Fenomenale.
Pendio in alto al top, arrivo in cima al Pilier alle 830 circa del mattino.
Ancora mezz’ora di neve a posto e poi il terrore….
La cresta di Peuterey completamente fuori quadro dopo un’ora.
Marmellata per 30/40 centimetri , zoccolo anche sulle Nomic: un calcio in culo senza precedenti.
Altro che fast and light….una vera e propria legnata!
Anche dalla cima del Bianco di Courma fino alla vetta la tracciatura e’ stata spossante.
Siamo arrivati in vetta ancora allegri ma di lì a poco saremmo scivolati nel disordine mentale….
Discesa su Vallot a posto.

Le condizioni ho cercato di sintetizzarvele.
In quota la neve è tantissima: o lo zero e’ a 3500 oppure si parte con il pan cassetta e ci si prepara a spalmare la marmellata.
Ho sbagliato scelta in punta: era molto presto ma dovevamo aspettare il rigelo serale,a costo di passare 10 ore in punta al Pilier dove ci sono anche delle piazzole , poco sotto la cresta,in cui uno si corica completamente,si rilassa e si riposa.
Siamo arrivati in punta smontati.
In più, il Jet Boil che non ha funzionato ci ha impedito una minima reidratazione: il resto lo immaginate.
Per gli amanti del genere, segnalo che è formata Freneysie Pascale, di fianco al Pilone.
Ora,per quanto io sia amante del ghiaccio estremo, vi dico che il tiro chiave chiude lo stomaco ed è un vero e proprio bastone.
Immaginatevi una colonna dura di Kandersteg su un muro di granito rosso fuoco a 4400 metri, completamente esterna alla roccia.
Il misto difficile sotto,su roccia splendida mi è parso realistico, l’uscita è difficile ma il tiro chiave e’ un gatto appeso alle balle.
In vetta, a quell’ora, solo noi è un momento di solenne raccoglimento per il padre di Erik, che non ho mai conosciuto se non nella forza del figlio.

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