- Accesso stradale
- 2 posti auto all'imbocco del sentiero, altrimenti 1 posto prima del ponte del camping, oppure ampio park sulla strada a la Fouly
- Traccia GPX
- Dal rifugio alla vetta e ritorno a valle
Saliti al rifugio domenica pomeriggio, sentiero sempre evidentissimo ma molto sassoso e assolato. Qualche ruscello lungo la salita per prendere acqua, altrimenti presente alla fontana del rifugio (ovviamente segnata come “non potabile” così invoglia gli ingenui a comprare 9CHF di bottiglia d’acqua). Rifugio piccolo e incredibilmente panoramico, un nido d’aquila gestito con rigore e freddezza da Martine (un mix di signorina Rottenmeier e di zitella criticona di paese), cibo sorprendentemente buono e abbondante. Lunedì partiti alle 5:45 con 4°, primo nevaio in cemento (conviene sfruttare la traccia tagliata dal tubo dell’acqua nella neve, altrimenti ramponi necessari). Traccia omettata fino al torrente, poi si va un po’ a naso su terreno molto sassoso e scomodo fino al canale del Colle (ormai completamente secco fino a 5m dall’uscita, con neve completamente evitabile a sx). Attaccato alle 7 dopo aver aspettato qualche minuto che il sole inondasse la cresta. Avendo una corda da 50m abbiamo optato per usarla doppiata nei primi 2 tiretti (1 passetto di IV+ un po’ braccioso, il resto sul IV molto divertente su roccia perfetta) e poi metterne via metà nello zaino e proseguire sempre in conserva. Tolti i primi tiri, si prosegue sempre sul III con solo qualche breve tratto di IV sulla dalle orange (bellissima) e nella seconda parte di cresta prima dell’anticima (bellissimi passaggi, brevi ma atletici, tra fessure e lame). Granito da buono a ottimo, sufficienti 6 rinvii e 4 friend 0.4-1BD per integrare ogni tanto. Le calate si evitano tranquillamente disarrampicando. In cima alle 9:25 (se si fanno tiri anche nella seconda parte di cresta i tempi possono facilmente esplodere), panorama bellissimo dominato dall’Arete Gallet del Dolent e dell’Aiguille de l’Amone (stupenda). Discesa marcia marcia (incredibile la differenza di qualità della roccia), delicata e abbastanza esposta fino al gendarme (calata evitata disarrampicando ma forse si fa prima a fare la doppietta), poi migliora un po’: terreno sempre marcio ma più evidente e omettato fino a prendere le calate. Ci si cala sempre da fix singolo con anello tirando a dx in discesa, poi breve cengia zigzagante e quindi ultima calata fino al ghiacciaio. La prima parte si scende comodamente con la picca e senza ramponi, anche perché poi c’è una prima interruzione, un secondo nevaio e quindi (dopo una seconda interruzione e traverso a dx su sfasciumi) si arriva finalmente al ghiacciaio da risalire per il Col des Essettes: qualche crepo evidente e qualche breve tratto di ghiaccetto, risalita breve ma caldissima. Fatta ancora una calata dal fix presente sopra il colle per evitare la prima parte di canale e poi giù verso il rifugio: dal nevaio alla base delle vie della S (invece di seguire il percorso fatto all’andata) si può tagliare a sx (ometti) sbucando direttamente alla morena che sovrasta il nevaio col tubo dell’acqua. Al rifugio alle 13 per un’ottima (e cara) fetta di torta e poi giù dai 234324 tornanti del sentiero fino a La Fouly.
Bellissima salita, completa e interessante. Sicuramente prima in stagione (con canale di accesso al colle innevato e qualche pietraia coperta) la gita è ancora più comoda e veloce in discesa, ma anche in stagione avanzata come ora panorami e granito in cresta fanno dimenticare le pietraie dell’approccio.