Gran Vernel Via Normale dal Lago di Fedaia

Gran Vernel Via Normale dal Lago di Fedaia
La gita
andreamilano
4 27/08/2019

Ho voluto tentare la salita a questa magnifica montagna, che ho guardato parecchie volte dalle piste da sci del Belvedere.
Non ho grandi aspettative di riuscita, ma tentar non nuoce. La relazione del libro “I 3000 delle Dolomiti” classifica la gita come AD- (da contestualizzare).
Parto alle 7.15 dal lago Fedaia e dopo 10 minuti sono già da strizzare per il caldo. Lungo il sentiero ci sono vari escursionisti diretti alla ferrata della Marmolada, che lascio dopo aver doppiato lo spigolo della Punta Penia. Qualcuno mi guarda attonito mentre lascio il sentiero e mi dirigo verso il nulla.
Infatti da questo punto si apre verso destra uno scenario completamente diverso da quello della Marmolada, fatto di ghiaioni e pareti impressionanti.
A parte una debole traccia ed un segno rosso su un masso, non è presente alcun segno di passaggio. Tuttavia la direzione da seguire è logica. Arrivare alla forcella del Vernel tra il Piccolo ed il Grande.
Sono più o meno 400 metri D+ di ghiaia ripida e faticosissima, e mi tengo sul bordo destro orografico dove ci sono rocce più solide a cui aggrapparsi. Il sole picchia forte e più di una volta indugio sul proseguire o meno.
Come da relazione, 100 metri prima della forcella mi sposto sulla mia destra, fino a salire su un sistema di cenge inclinate e tondeggianti e sporche di materiale friabile. Facili da salire, ma un pò meno da scendere.
Anche qui nessun segno di passaggio, fino a raggiungere la verticale sopra la forcella dove trovo una fettuccia da calata (bene..).
La relazione che ho in tasca è precisa e dice di doppiare lo spigolo del Gran Vernel su esile cengia fino a spostarsi sul lato sud affacciato su un precipizio immane.
In questo punto uno spit indica il punto esatto dove attaccare la base del canale che porta alla cresta sommitale. Non si capisce esattamente dove mettere mani e piedi in quanto le rocce sono tutte ruvidissime e cedevoli e un tantino strapiombanti (sulla relazione dato III/III+). Provo a salire con una certa fifa e riesco a raggiungere un terrazzino 10 metri sopra.
Poi rocce più facili fino ad una paretina a destra dove per fortuna trovo una sosta. Altrimenti non so come sarei riuscito a scendere.
Al disopra il canale continua ampio e con difficoltà simili alla parte sottostante. Ma il coraggio viene meno.
Sono più o meno all’altezza del Piccolo Vernel, quando alla cima mancheranno 100/120 metri. Ma la roccia pessima e la mancanza di ometti mi convince che è meglio girare i tacchi.
Da qui, per scendere devo fare addirittura 4 doppie. La prima di pochi metri e per le altre ho usato tutta la corda da 60 metri per toccare finalmente la ghiaia della forcella.
Discesa senza note di rilievo fino alla macchina. In discesa ho notato però una leggera traccia nella ghiaia sul lato opposto di dove sono salito io (sinistra orografica).

Bella giornata tipicamente estiva. Attualmente tutto asciutto e secco.
6 ore tra andata e ritorno. Probabilente a metà stagione, l’innevamento fino alla forcella rende (con picca e ramponi) la progressione più facile e divertente del “ravanage” nella ghiaia.
A mio avviso il problema di questa via normale, a differenza delle ben più famose Tre Cime o Sassolungo, sta nella mancanza di tracce di passaggio e segnali indicatori. Di conseguenza, a parità di grado di difficoltà, un ambiente più severo e isolato.

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