Terminale del ghiacciaio di Montandayne passata a sx sotto la bastionata rocciosa. Ghiaccio vivo nella sezione più ripida conviene avere un secondo attrezzo, almeno per il primo di cordata. Attenzione alla temperatura perché la bastionata scarica. Cresta tutta pulita e quindi percorsa senza ramponi.
Fare attenzione all’eventuale verglass presente lato valsavarenche.
Cresta facilissima non ci sono passaggi complicati dal punto di vista arrampicatorio, la difficoltà a mio parere è la gestione della corda che con le varie calatine che ci sono da fare, se non si è pratici si perde davvero molto tempo. Come già detto da chi mi ha preceduto, la seconda parte di cresta (quella nevosa) non è assolutamente da sottovalutare. Il percorso è ancora lungo, le cornici ci sono e sono anche belle grosse e la neve a causa della temperatura alta ci ha fatto tribolare non poco. Specialmente nell’ultima parte di cresta (lato Cogne) per arrivare in cima si sfondava oltre al ginocchio, un’agonia.
Rientro dalla normale in super traccia verso lo Chabod. Attenzione ai crepacci che si stanno aprendo. In un paio di occasioni siamo finiti con le sole gambe dentro.
Non ho parole per descrivere la bellezza di questa cresta. Lascio parlare le foto.
Le condizioni fanno il grado, quindi su questo tipo di itinerario sapere di avere il giusto zero termico semplifica di molto la progressione.
Ci terrei a ringraziare i nostri predecessori che hanno tracciato la cresta, fra questi fede94 che il giorno prima è arrivato dall’integrale del col bonney. Grande Fede!!
Un grazie a tutto lo staff del rifugio Chabod sempre disponibili e super simpatici.
E per ultimo ma non per importanza a Matte con cui ho condiviso onori e oneri di questa splendida salita!
P.S.
I tempi indicati nella relazione dipendono molto dalle condizioni ovviamente. I nostri sono stati:
Rifugio – Colle Montandayne: 3 h
Colle Montandayne – Gran Paradiso: 5h e 30