Una traversata con tutti gli ingredienti per gli amanti dell’alpinismo classico. Oggi trovata non in condizioni ottimali per via del ghiaccio sia sul pendio di accesso al colle di montandayne che su tutta la cresta finale. Sul primo conviene tenersi bassi nel lungo traverso a sinistra. Io ho scovato una sottile striscia di neve spugnosa in superficie che mi ha permesso di salire senza grandi patimenti ma non durerá a lungo. Meglio stare contro le rocce. Niente di scabroso ma una bella tortura per i polpacci e un po’ delicati i passaggi piú ripidi lungo la cresta dopo il colle del piccolo paradiso. Parte mediana con una modesta spolverata di neve ma che ha comunque costretto all’uso dei ramponi per l’intero itinerario. Difficoltá tecniche modeste ma occhio alla lunghezza dell’itinerario, alla costate esposizione e ai passaggi in cresta piú delicati. Per non smazzarsi inutilmente metrate di corda, ho potuto constatare che con uno spezzone di corda di 25/30m ce n’è già in abbondanza, anche per le calate. Noi ne abbiamo fatte solo due mentre per il resto un po’ si è disarrampicato e un po’ si è usata la corda a mo di canapone visto che con i ramponi ai piedi ci siamo trovati un po’ in impaccio. Se non si temono grandi scaldate ai polpacci l’itinerario non puó che migliorare nel tratto mediano in roccia.
Una menzione speciale al socio Ste Duro che oggi si è dimostrato all’altezza della situazione