Grand Etret (Testa del) sperone sud – Via Bricco Gandolfo

Grand Etret (Testa del) sperone sud – Via Bricco Gandolfo
La gita
enzo51
4 10/10/2019
Accesso stradale
strada libera fino al colle del nivolet

Partenza diciamo a un ora alpinistica, come alpinistico risultera’ l’arrivo i vetta dalla normale, per intenderci quella che per la rampa a monte il lago Lillet per cresta conduce in vetta. La si sconsiglia da sempre, ora piu’ che mai, date le sempre peggiori condizioni che allo stato attuale la montagna in genere va assumendo, per effetto dei cambiamenti climatici.
Pero’ nel mio caso non avevo altra scelta..che adottare questo sistema onde non incorrere in rischi di farmi male a salire dalla base.
Non sono dani arnold tanto meno alex honnold,
Io in qualita’ di modesto alpinista in mancanza di soci al momento, altra scelta non ho che calarmi dall’alto per ricercare il divertimento e il piacere dallo scalare, ma con occhio sempre attentissimo alla sicurezza..
Mi calero’ di conseguenza dalla vetta al termine di un laborioso, quanto faticoso approccio della durata prossima alle 5 ore (sfasciumi dappertutto e rocce verglassate in cresta intimavano alla calma nel procedere).
A conti fatti piu’ sicuro mi son sentito in parete che sulla normale, dove la corda resta nel sacco, mentre fondamentale si e rivelata in parete l’attimo dopo.. chiamalo attimo..!
Seguendo alla lettera tutto quanto riportato nella dettagliata relazione del sito qui presente, reperite tutte le soste e ometti cammin facendo verso il basso con estrema facilita’.
Mi son preso il lusso di salire..e’ scontato.. in sicurezza tutti i tiri piu’ meritevoli dall’uno al quarto. Per il resto sopra altro non e’ una cresta abbattuta di massi accatastati, ad eccezzione del tiro finale sulla torre che ho tralasciato (il timore era di fare troppo tardi poi a rientrare), scendendolo in doppia fino al primo gendarme che si incontra con 30m di calata esatta.
Laborioso ma divertente comunque tutte le volte a calata fatta, risalire per quella che era la lunghezza da arrampicare , nuova calata, e via a rifare la stessa cosa sui tiri sotto fino a pian pian piano arrivare a guadagnarne la base e di conseguenza la fine delle difficolta’.
Un sistema certamente complesso laborioso a dir poco, che comporta un uso razionale, metodico della corda, allo scopo di ottenere il massimo del divertimento con un occhio particolare alla sicurezza.

Un grazie a umberto bado anche da parte mia, per l’ottimo lavoro di attrezzatura della via, ora diventata plaisir.
Non saprei pero’ in che misura ritenerla tale, dovendosi scammellare una bella manciata di km e svariati saliscendi per guadagnarne l’attacco..e non saprei quanto cio’ possa giovare al fine di incentivarne la frequentazione.
A prescindere da tutto cio’ anche se e’ un posto fuori dal mondo quantunque affascinante come un po tutta la montagna in genere, e il tratto arrampicabile a stento arriva a fare 200 m di sviluppo in tutto, a mio avviso ne vale comunque la pena ugualmente..e’ solo da rifletterci su un tantino..

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