Gran Bagna Couloir Nord

Gran Bagna Couloir Nord
La gita
bebe
3 03/06/2006
Accesso stradale
Torino-Bardonecchia-Melezet-Valle Stretta
Osservazioni
Nessuno
Quota neve m
2300

Classico esempio di gita ripida che già in buono status è di alto livello ma come l’abbiamo trovata noi, con poca neve e ghiacciata diventa necessariamente estrema. Infatti, il grado di difficoltà effettivamente riscontrato sarebbe assai più alto di quello riportato che è un pò come una media aritmetica tra una condizione ideale con neve abbondante e morbida ed una al limite del sciabile. Qualche avvisaglia l’avevamo avuta incontrando, quasi all’attacco del canale, un gruppo di alpinisti che l’avevano appena salito e che erano scesi dalla normale del colle della Gran Bagna. Dire che erano tra lo scettico e l’incredulo è il minimo, sostanzialmente negarono la possibilità di riuscita del nostro intento viste le pessime condizioni del canale. Più ottimismo, ma anche consapevolezza delle difficoltà, ce le diede un francese con gli sci che vedemmo improvvisamente sbucare dal canale a folle velocità: neve dura, picca in mano e attenzione alle pietre nella neve non sempre visibili e a quelle che venivano giù dai fianchi della montagna. Insomma, è stato esaltante ma estremamente impegnativo e pericoloso; lunghi e ripetuti tratti scalettati con picca piantata per tutta la lunghezza del manico, restringimenti tali per cui passava appena uno sci da 170, curve saltate al cardiopalmo bloccate immediatamente, pendio che non ti permetteva mai di rifiatare, pietre infide nascoste sotto la neve ghiacciata o sibilanti come proiettili compromettevano ripetutamente il tuo già precario equilibrio sulle lamine.
Una visione, però, sono sicurò non mi abbandonerà più: è la rampa finale che dà accesso agli sfasciumi di vetta, bianca, ripidissima, stretta sembrava quasi ti portasse direttamente dentro il cielo blu e il vento, gelido in questo strano giugno 2006, che sembrava ti respingesse nell’abisso da cui faticosamente eri risalito.
Esperienze imperiture vissute in compagnia di due algidi fuoriclasse dello sci ripido come Andrea Schenone ed Enzo Ala, animali indomiti e tranquilli che sanno trasmettere fiducia anche in situazioni scabrosissime: bastava guardarli danzare sicuri nel vuoto ghiacciato per rendere comprensibile e quindi fattibile una realtà spaventosa, tutta estrema.

Link copiato