Spulciando un po’ di bibliografia la via risulta
7a+ max, 6c obbligatorio
il giusto ingaggio per essere venuti fin qui in giornata. La realtà è per fortuna molto più morbida, per una volta, come se i temibili chiodatori (e gradatori!) della Vallée de l’Arve avessero il divieto di avvicinarsi a queste imponenti pareti calcaree.
Di seguito il giudizio mio e di Arnaud, tiro per tiro (anche se si potrebbe ancora dare un colpo di lima a qualche “+”)
L1: 6b
L2: 6b
L3: 6b
L4: 6b+
L5: 6c+, diedro tecnico
L6: 6c, duro in partenza ma con spit davvero vicini
L7: 6b+
L8: 7a soft (7b proprio no, a voler essere giusti sarebbe 6c+ hard)
L9: 6c
L10: 6c, bel tettino e traverso delicato
L11: 6c+, corto e intenso, possibilità di azzerare
L12: 6c, spaziale tiro su conglomerato
L13: 6c+, passetto di blocco
L14: 4c
Chiodatura piuttosto eterogenea, dai vecchi chiodi ai nuovi spit, ma piuttosto rassicurante nella distanziatura.
Occhio alla roccia, non sempre affidabile.
Materiale necessario: 12 rinvii (usata corda singola e grigri)
Attaccato la via alle 11:30
Tempo di percorrenza: 5h
Il sole in questo periodo arriva intorno alle 14:30
Discesa: a piedi per comodo e panoramico sentiero con vista sul Mont-Aiguille, culla dell’alpinismo (1h)
Un grazie millissimo ai due gentilissimi francesi, lui e lei, che al terzo tiro ci han lasciato superarli, nella nostra corsa contro il tempo per paura del sole feroce, che avrebbe invaso la parete soltanto durante gli ultimi due tiri e mezzo.
Arnaud da capocordata nei tiri pari.
Al solito si corre perché qualcuno si lagna di un nefasto buco allo stomaco, non si può vivere di soli cracker e acqua.