Gay (Becca di) Parete Nord – Scivolo centrale, da Valnontey

Gay (Becca di) Parete Nord – Scivolo centrale, da Valnontey
La gita
luciano-arneodo
4 24/06/2013

Partenza domenica 23 di primo mattino con le previsioni incerte per la giornata di domenica ma buone per quella di lunedì.
In poco più di mezz’ora raggiungiamo il Pontese, birra ristoratrice e poi via verso il bivacco Carpano che raggiungiamo dopo un paio d’ore.
Passiamo il pomeriggio a mangiare, bere birra e a guardare le nubi che si formano e si disfano in continuazione, sognando momenti di gloria per il giorno dopo.
La sveglia suona all’una di notte, ci stiamo preparando per la partenza ma fuori qualcosa non va… il vento che ha ululato tutta la notte continua ad aumentare e in più una fitta coltre di nubi ha completamente investito tutte le montagne. Si vede soltanto il grigio delle nebbie e qualche folgore che squarcia il cielo.
Decidiamo di buon grado (a suon di madonne) di desistere e di tornare a dormire.
Alle sei e mezza Simone si sveglia e dopo esser uscito dal bivacco ci butta giù dalle brande perché il cielo è tornato sereno.
Ci prepariamo in fretta e furia e alle sette e un quarto lasciamo il comodo bivacco per essere investiti da un gelido vento che ci farà compagnia per tutto il giorno.
Parto senza troppa convinzione cercando di inseguire Simone che, in preda all’eccitazione per la nord, sta correndo sul ghiacciaio. Le nubi nel frattempo sono tornate ad affacciarsi sulle montagne soprastanti e poco per volta avvolgono tutto.
Saliamo al colle Baretti (prima parte in ghiaccio) che già non si vede più nulla e poi giù dal ripido versante opposto (40/45°) che affronto nella mia testa ancora prima di iniziare a spicozzare faccia a monte (qualche fantasma del passato che ritorna). La neve è abbastanza dura e la mia progressione in discesa è abbastanza lenta ma alla fine arrivo alla crepaccia terminale che supero con un salto di circa un metro in discesa.
Chiedo timidamente ai miei soci se è il caso di legarsi ma non faccio in tempo a finire la frase che sia Gianni che Simo hanno già oltrepassato la terminale (tutto a destra) e viaggiano di buona lena sull’elegante scivolo.
La progressione è buona, la neve abbastanza dura e la pendenza nei tratti più ripidi arriva a 50° (forse un pelo di più); ghiaccio salvo gli ultimi trenta metri (nei quali Simone per pietà allunga a me e a Gianni la corda dall’alto) quasi non ne incontriamo.
Sbuchiamo sulla cresta sommitale che sono le 11 e 15 e nevica che il buon Dio la manda… 4 ore giuste dal bivacco (il buon Simo in realtà, mortacci sua, ce ne ha messa una in meno).
Non si vede nulla e fa un freddo becco… esattamente le condizioni che speravamo!!!
Iniziamo quindi la discesa che con un po’ di neve instabile nel canalone della normale ci riporta in circa due ore e mezza al rifugio Pontese dove ci aspetta un’ottima lasagna offerta dalla fantastica Mara: la cosa più bella di questi due giorni.

La salita è stata fatta in condizioni non proprio ideali… comunque l’ambiente è grandioso e sicuramente l’ascensione è di quelle di un alpinismo romantico, lontano dalla confusione e dalle grandi frequentazioni che merita di essere affrontata. Un angolo di paradiso di roccia e ghiaccio, in un vallone selvaggio e maestoso, dove ogni cima sembra voler sfidare il cielo in un sottile gioco di equilibrismo.
Peccato per il tempo. Un grazie di cuore ai miei due soci Simone, che ha tirato come una locomotiva (quando vede il ghiaccio il ragazzo si emoziona) e al buon Gianni che mi ha aspettato per affrontare insieme l’ultimo pendio. Senza di loro non sarei partito e non avrei quindi sofferto la fatica, il freddo, la fame e la sete ma… va bene così, la montagna è sofferenza.
Un grande ringraziamento va anche a Mara del rifugio Pontese che ci ha accolto a braccia aperte al rifugio e ci ha pure offerto il pranzo… un trattamento del genere non l’ho mai avuto in nessun altro rifugio!

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