Fourchon (Mont) da Saint Rhemy

Fourchon (Mont) da Saint Rhemy
La gita
snowlover62
4 05/04/2019
Accesso stradale
si arriva a 400 metri dal ponte che cambia versante orografico
Osservazioni
Sentito assestamenti
Neve (parte superiore gita)
Polverosa
Neve (parte inferiore gita)
Polverosa pesante
Quota neve m
1700
Equipaggiamento
Scialpinistica

Dopo la nevicata di ieri , giovedì 4 aprile 2019, con la quale tutti si sperava di aggiustare un po’ la deficitaria penuria nevosa di quest’anno, partiamo aggueritissimi, puntando niente po’ po’ di meno che alla Lesache.
Sabato scorso si arrivava al ponte dopo Saint-Rhemy , adesso non più. Una ventina di cm sulla strada bloccano l’accesso un 400 metri più in basso. Saliamo, solo due gruppi da due davanti a noi e sembrano puntare alla Lesache. I pendii sembrano piuttosto carichi. Cominciamo ad abbassare le penne e ci domandiamo se non sia il caso di farci una solitaria salita al verginissimo Fourchon, non c’è un filo di aria , la neve non è asciutta, non siamo più a Gennaio, ma almeno c’è.
Abbandoniamo così la comoda traccia e, Roby in testa, cattivissimo, si inerpica su un seiB+ cercando di tagliare un paio di tornanti della lunga strada.
Giungiamo così nella parte alta e ci incrociamo con due skialper (uno è uno split-boarder) di AOSTA che non avevamo visto prima mentre due dei diretti alla Lesache ce li troviamo sulla strada, pure loro.
Saliamo nel caldo , senza guanti, la neve è faticosa, sto quasi sempre dietro, gli ultimi 350 metri ce li dobbiamo battere noi, ma pur in seconda posizione faccio fatica…. è che non è neve leggera, il sole l’ha già resa simile a gesso.
Arriviamo così in coppa al Fourchon, intonso, bellissimo, le strie di neve gelata lo rendono magico, siamo solo noi. Paradossalmente, ma accade spesso , in punta c’è meno vento che dieci metri più in basso, ce la godiamo, si sta benissimo. Panorama spaziale, la LESACHE, senza tracce, i ns due amici che hanno optato per una cima poco più sotto e dopo un po’ arrivano due ginevrini a farci compagnia.
Scendiamo puntando al Pan de Sucre, era restata viva l’idea di scendere dal versante sud ma i non pochi assestamenti avvertiti in salita ci inducono ad un comportamento più cauto. Giusto per non fare la stessa strada ci buttiamo quindi giù dai ripidi pendii del Pan de Sucre, che godendo dell’esposizione più a nord-ovest hanno preso meno sole.
Discesa uno alla volta, dopo avere controllato che la lucina dell’ARTVA faccia BEEP-BEEP.
Da urlo, finalmente, neve asciutta fino ai genitali, peccato che duri pochi minuti, poche diecine di metri e , a mano a mano che si scende la neve si appesantisce; lasciamo il gran rocco a sinistra scendendo e, recuperata la strada asfaltata, completamente innevata torniamo alle auto restando sulla traccia di salita perché, nonostante la sciolinatura a caldo di ieri sera , la scorrevolezza è limitata.
Pochissimi in giro in una giornata spaziale; con il caldo che fa, si trasformerà in fretta…
In merito all’operatore telefonico…okkio che aggancia il segnale svizzero….che , come sapete NON fa parte dell’Europa….
SuperRoberto, sempre fortissimo….alla prox

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