Un po di casino capire una volta giunto all’alpe Roc Piat al buio come procedere quando a un certo punto il sentiero per un attimo e’ andato perso. Un ora e mezzo in piu’ di ravanage l’arrivo al lago previsto per le 5 am, che invece erano le 6.30, col cielo da stellato arrivare a coprirsi nel giro di pochi minuti, e scoprire piu’ su quando ormai in cresta che ero finito dentro uno spesso e tetro ( se visto dal suo interno) mare di nuvole. Da monte del lago neve continua discretamente portante fino all’attacco della cresta, calcata sfuggendo alle difficolta’ maggiori sul suo lato sx salendo per cengie e brevi saltini facili tuttavia non banali.
In vetta al bec non so quale dei due, ma mi pare quello classico gia’ visitato alcuni anni fa, uscito dalle quasi tenebre di poco prima, mi si apre un mondo davanti e tutt’attorno, a me familiare quantunque sempre piacevole da ammirare.
Non rientrero’ facendo il lungo giro come descritto in relazione, tra l’altro a me noto per averlo effettuato dopo il 2010, bensi dalla cresta nord est come visto fare da chi mi ha preceduto, curioso di esplorare nonche’ ammirare, ma non interessato a salire quell’ardito fungo a forma di falcetto che evidenzia in maniera particolare quest’altrimenti tutto sommato lungo ma banale tratto di cresta, dove nel punto piu’ basso un sentierino divallante faccia lago Afframont con qualche attenzione causa la ripidezza dei pendii, mi porta a ricongiungermi all’itinerario percorso in salita all’altezza del lago stesso Non mi pare ci sia altro da segnalare se non il fatto di dire che per varie ragioni tipo presenza di ancora tanta neve, e terreni ripidi in piu’ occasioni, esteso e’ stato per ragioni di sicurezza l’uso dei ramponi.