Faggi o Fò (Rocca di) – Andrea e Paolo

Faggi o Fò (Rocca di) – Andrea e Paolo
La gita
astrovaldo
5 02/06/2023
Accesso stradale
Non lasciare la macchina nello spiazzo finale con i box in lamiera, ma in uno degli slarghi precedenti lungo la strada

Via scelta all’ultimo cercando il bel tempo, cosa che ci ha fatto effettivamente godere di una bellissima giornata ma che non ci ha fatto porre la giusta attenzione alle descrizioni di avvicinamento e di discesa: siamo infatti riusciti nella grande impresa di ceffare entrambi. Nel pomeriggio ha tuonato nei dintorni per diverso tempo, anche se non ci ha mai sorvolato una nuvola: nonostante questo, data l’esposizione, il caldo non è mai risultato eccessivo.
Durante l’avvicinamento, una volta individuato l’attacco della via “Senza di me” si procede seguendo sempre i bolli rossi fino all’attacco della via. Se durante la risalita della pietraia perdeste i bolli rossi, tornate indietro a recuperarli. Il rischio, altrimenti, è di risalire fino ad un diedro con scritto “Nonno Dino” come abbiamo fatto noi, per poi scoprire, dopo aver recuperato scendendo il vero attacco della via, che “Nonno Dino” corrisponde al terzo tiro della “Andrea e Paolo”. Ad ogni modo 20 minuti mi sembra un tempo visionario. Credo che anche conoscendo a memoria il sentiero un 30 minuti, senza correre, sarebbero necessari.
Alla sosta di L1 abbiamo trovato un paio di occhiali da vista in ottimo stato, riparati da un roccione. Non li abbiamo recuperati per timore di danneggiarli lungo la via e perchè ci è sembrato fossero in un luogo protetto: chi li avesse persi li può recuperare lì.
Durante la discesa abbiamo nuovamente peccato e perso i bolli rossi. Siamo scesi ravanando un po’ lungo un canalone erboso misto roccette fino a ritrovarci all’attacco della “Via della Sentinella” dalla quale , seguendo gli ometti in mezzo alla pietraia detritica, siamo riusciti a ritrovare il sentiero con gli ormai famosi bolli. Abbiamo anche fatto un passo al bivacco della sentinella, all’interno del quale abbiamo trovato una sentinella inaspettata: un simpatico ramarro.
La via ci è piaciuta moltissimo ed è perfetta per passare una giornata di arrampicata piacevole in un contesto decisamente selvaggio. Chiodatura a spit ravvicianti e soste tutte in ordine. Il diedro alla base di L3 rappresenta decisamente il passaggio più ostico e “scomodo” della via. Bella la placchetta di L5 e la breve dulfer di L6. Caratteristico anche il traverso “sulla trave” subito successivo. Ma il tiro più bello secondo me rimane L8, divertente, estetico e soddisfacente. Sconsiglio di collegare i tiri, cosa che spesso potrebbe condurre ad attriti proibitivi, e in generale allungare le protezioni non risulta essere una cattiva idea.
Tornassimo indietro, oltre a leggere un po’ meglio le descrizioni dei sentieri e a far dei bolli rossi la nostra fede, ci porteremmo dietro anche un paio di cesoie come suggerito da qualcuno. In certi tratti di sentiero anche un machete non sarebbe dispiaciuto.

Link copiato