Piu’ in un acquitrino che in un ghiacciaio pareva di camminare oggi per le elevatissime temperature a produrre disastri a non finire. E le persone cosi come l’ambiente ne devono subire tutti gli svantggi e i disagi che un caldo fuori dalla norma comporta.
Piu’ faticoso l’avvicinamento e il ritorno che la salita della cresta stessa, per neve fortemente umidificata dal gran calore..trenta gradi almeno anche qui ai 3400 metri del ghiacciaio del Gigante..con macigni a venir giu’ dalla normale della tour Ronde dalle sembianze di lavatrici, a intervalli regolari.
Presenza di varie cordate in cresta, ma non assembramenti come di solito accade su vie come nel caso di questa appunto, che per comodita’ d’accesso unicita’ dell’ambiente, roccia sana e quant’altro, contera’ sempre un elevato numero di presenze.
Due i passaggi duretti che a me son parsi dei quinti netti, il secondo impegnativo lo stesso anche grazie alla possibilita’ di infilare un piede in un cordino li fisso in loco, uscire comporta essere lunghi per afferrare le prese buone, diversamente sperare in una corda ben tesa dall’alto.
Discesa dalla cresta nord est disarrampicando, quindi nessuna doppia.
Riconosciuta quest’ultima, anche se molto piu’ secca di come invece la trovai al ritorno dalla Tour Ronde..ma parliamo di un bel po’ di anni addietro, la roccia si vedeva affiorare appena dalla neve, ora la situazione si e’ del tutto capovolta.
In buona compagnia di Angelo (chopin)..con noi anche Marco Daniela e Leo a formare cordata a parte svincolata dalla nostra.
Saluto Sergio e Cristina (ilcoppione), incrociati all’atto di posare piede sul ghiacciaio, diretti alle Marbres.