Elbrus (Monte) Via Normale da Azau

Elbrus (Monte) Via Normale da Azau
La gita
andrea81
5 21/08/2014
Traccia GPX
waypoint di riferimento

1° giorno: arrivo a Mineralnye Vody e trasferimento in pulmino lungo l’affascinante vallata di Terskol lungo il fiume Bakzan (il tragitto è lungo circa 4 h). Sistemazione in un bell’alberghetto in legno di recente costruzione.
2° giorno: prima salita di acclimatamento, partendo direttamente da Terskol, salendo una cima molto frequentata dai russi (grazie alla presenza di una seggiovia), il Cheget fino ad una quota di 3200 m circa; la vera cima è posta più avanti a 3475 m, ma la nostra guida ha impedito di proseguire a causa della vicinanza con il confine georgiano (in effetti nessuno ha proseguito oltre). Il panorama da qui è incredibile, non solo sulla mole del vicino Elbrus, ma su montagne incredibili ed ardite, con ghiacciai e seracchi incombenti e in continua evoluzione. Oggi giornata tersa e calda.
3° giorno: trasferimento in pulmino fino ad Azau e formazione del gruppo (2 italiani e 6 russi). Salita con gli impianti fino all’arrivo della seggiovia e trasferimento con il gatto delle nevi di persone e materiale fino ai nostri rifugi-container a quota 3800 m (a metà tra quelli più in basso e i più alti). Bisogna far finta di non vedere gli obrobri costruiti e i rottami sparsi ovunque, oltre che alla presenza di rifiuti organici e non, disseminati come in un campo minato. Nel pomeriggio era prevista una prima salita di acclimatamento, ma abbiamo dovuto rinunciare a causa del maltempo (pioggia e temporale).
4° giorno: dopo una notte con un forte temporale (tuoni e lampi paurosi!) partenza mattutina alle 10, con tempo discreto, e salita di acclimatamento fino alle Rocce Pastuchov, con tratto finale nella nebbia e sferzati dal forte vento misto a neve, molto freddo quindi rapida ritirata fino a tornare al rifugio.
5° giorno: altro forte temporale notturno, questa volta con deposito di 3 cm di neve al suolo! In mattinata un miglioramento del meteo ci permette di uscire per compiere un’esercitazione su neve con utilizzo di piccozza ramponi e corda, con divertenti simulazioni di scivolate ecc. Nel pomeriggio riposo, con tempo in miglioramento ma con vento forte e freddo. In serata briefing e decisione di tentare la salita in cima nella notte successiva, considerate le previsioni meteo in miglioramento e con diminuzione dei venti. Qui anche la decisione della guida di utilizzare il gatto delle nevi per la salita fino a sopra le rocce Pastuchov. Noi italiani abbiamo provato a opporci ma la guida decide, e quindi niet (considerando anche che i russi del nostro gruppo erano d’accordo nell’utilizzo del gatto).
5° giorno: sveglia alle 2.30, temporale notturno (leggero accumulo nevoso) passato e bella stellata, con nebbia in alto. Assenza di vento e temperatura non fredda. Colazione alle 3 e alle 4 dopo esserci vestiti di tutto punto (utilizzato piumino d’alta quota affittato in loco) alle 4 il gatto delle nevi ci conduce alla quota stabilita, e da qui proseguiamo a piedi, su un manto di 30 cm di neve caduta nelle notti precedenti. Non fa freddo e non c’è vento, la salita è inizialmente ripida fino all’inizio del lungo traverso. Arriviamo alla sella tra le due cime ormai con il giorno, le frontali non servono più, la salute è ottima per tutto il gruppo. Le nebbie si alternano a schiarite, e si intravede in alto l’azzurro. Riprendiamo dopo una sosta la salita, ora più ripida e con passo molto blando, fino alle corde fisse che creano qualche problema ad un paio di persone dei nostri (alle prime armi!). Io proseguo da solo e arrivo al termine delle corde, in attesa degli altri. Qualche intoppo tra gente che sale e gente che scende, nel frattempo siamo al di sopra delle nuvole e con un cielo sereno stupendo! Il vento purtroppo qui diventa più forte e fastidioso. Ricompattato il gruppo, si riparte, ora con percorso più semplice fino in vetta, dove arriviamo attorno alle 9! Grandissima emozione e felicità per tutti. Ma la pausa a queste quote deve essere breve, occorre scendere di quota, anche perchè sia l’altitudine che il freddo causano un po’ di mal di testa a tutti (io non ho utilizzato nessun farmaco, anche se con il senno di poi un paio di aspirine le avrei prese). In discesa abbiamo evitato le corde fisse passando per il pendio più a sinistra, qui il vento molto fastidioso unito a un leggero malessere mi ha fatto penare non poco; per fortuna alla sella entrambi i fattori sono migliorati. Rinunciato come tutti alla cima est (tempo in deterioramento e comunque non sarebbe stato saggio salire), si scende piuttosto tranquillamente fino al punto in cui ci ha lasciato il gatto nella notte. Qui metà d el gruppo decide di pagare anche per la discesa meccanica, mentre noi due italiani e due russi con la seconda guida, proseguiamo a piedi, dato che la discesa non presenta difficoltà, anzi si rivela divertente con lunghe scivolate (anche con il sedere!). Gli ultimi 200 con neve davvero marcia fanno fatica un po’ di più, ma almeno abbiamo avuto la soddisfazione di essere scesi con le sole nostre forze!
6° giorno: preparazione dei bagagli e discesa mattutina ad Azau, con pernottamento in hotel.a La sera cena con il gruppo e le guide e consegna dei diploma e festeggiamenti vari.
7° giorno: ripartenza verso Mineralnye Vody in auto, con brivido finale causa auto in panne (ormai mancavano pochi km all’aeroporto e ci hanno chiamato un taxi), quindi doppio volo per Mosca e Milano.

Considerazioni finali:
da un lato grande soddisfazione per la cima salita, dall’altro non posso dire che l’aver utilizzato il gatto per accorciare la salita (imposto dalla guida e dagli altri russi alla prima esperienza in montagna) mi ha tolto una parte di soddisfazione. Si sarebbe potuto trovare un compromesso e salire con il gatto per 500 m di dislivello (effettivamente 1800 a queste quote sono tanti). Comunque il freddo e il tempo condizionano molto la salita, il nostro acclimatamento nei giorni precedenti è stato buono ma non ottimale (sarebbe stato utile salire fino a 5000, ma neve e vento ce lo hanno impedito). Altro fattore di disgusto sono le condizioni dei campi, si trova ogni genere di rottame e rifiuto, che fanno da contraltare alla bellezza dei luoghi e del ghiacciaio sovrastante. Le guide si sono rivelate molto valide, professionali ed organizzate, ma l’aver formato un gruppo misto con i russi, ha portato spesso a dei compromessi per noi al ribasso, causa la scarsa mentalità alpinistica dei russi (miglior risultato con minimo sforzo). Inoltre la difficoltà di comunicazione (i russi non parlano inglese) è stata un ulteriore ostacolo, per fortuna la seconda guida conosceva bene l’inglese e ha fatto da interprete. Il mio consiglio è comunque di creare un gruppo proprio con guida personale (ovviamente il costo aumenta).
Siamo stati fortunati con il meteo, perchè nei giorni precedenti alla nostra salita il maltempo ha imperversato, e anche il giorno successivo, nonostante la bellissima giornata, molti hanno rinunciato causa freddo e vento fortissimo.

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