L’accesso da Prato San Pietro è segnalato fino ad un certo punto, poi bisogna seguire una vaga traccia che in alcuni punti scompare e bisogna sapersi un po’ orientare… Lo zoccolo basale ha dei tratti delicati ma non particolarmente insidiosi; le fisse sono ancora in discreto stato.
Abbiamo ripetuto la via dopo oltre venti giorni di assenza di precipitazioni, trovando L1 asciutta ed il camino asciutto ma non privo di muschio insidioso in alcuni tratti. Le uscite dai massi incastrati sono piene di detrito ed è necessario muoversi con una certa attenzione.
Sulla variante Mandelli (6c o VI+ sostenuto/A1) abbiamo lasciato un buon chiodo sopra quello rosso piantato per metà in modo da proteggere il delicato passo da fare verso i massi “muschiati” che danno accesso alla strettoia da risalire con tecnica ad incastro in camino (chiodi artigianali).
La nostra intenzione di uscire in vetta su “Soffiando nel vento” è stata scartata dopo aver valutato lo stato poco raccomandabile di diverse placchette e il rumore del tempo che si stava guastando… La discesa in doppia è invece ok.
Il luogo è molto isolato e selvaggio, la parete imponente… devo ammettere che mi ci è voluto un attimo per entrare in sintonia con l’ambiente, dopodichè mi sono divertito. La salita è di stampo prettamente alpinistico. Niente tacche da tirare, niente spit: solo chiodi e faticosa arrampicata classica alla vecchia maniera. Dopo due anni finalmente riesco a realizzare questa salita con Andrea.