Percorrendo sempre sentieri evidenti e ben segnati, anche se carenti di indicazioni a fondovalle, questo itinerario sale alla Rocca Due Denti partendo dai resti della chiesa romanica di S. Giacomo, edificio sacro risalente all’anno mille, posta ai margini della strada Torino – Pinerolo al confine tra i comuni di Cumiana e Frossasco. La scelta di iniziare il percorso di qui consente si effettuare un graduale avvicinamento al rilievo percorrendo uno stradello che progressivamente si porta verso le borgate montane di Cantalupa - Frossasco dove inizia il sentiero che prima di salire sulla Rocca Due Denti transita per la chiesetta di S. Sisto. Quella dedicata a S. Bernardo, posta in vetta, si raggiunge in ascesa aggirando le asperità del monte sul lato di Tavernette. Si ritorna poi a S. Sisto stando sul crinale dov’è presente un tratto attrezzato a superare un’esposta placca rocciosa.
Dalla sua cima bella vista sugli insediamenti della pianura, sulla cerchia di monti e sulle valli.
Il tratto della placca attrezzata con catene è EE .
Presso un’area ecologica, a margine di una bacheca, trascurato lo stradello che prosegue diritto, si prende a sinistra e poi a destra uno stradello asfaltato che più avanti, superato un edificio industriale, si fa sterrato. Inoltrandosi a margine della boscaglia, rasentate più avanti vigne, prati e coltivi, alcuni da tempo abbandonati, percorso lungamente e piacevolmente perché praticamente procede sempre in piano, si porta in direzione degli insediamenti montani di Frossasco – Cantalupa. Lasciato sulla destra uno stradello secondario riservato solo ai mezzi agricoli, giunti più avanti al secondo (palo arrugginito ) si lascia lo stradello principale prendendo a destra quello che s’inoltra nei boschi. Superato un rigagnolo, sempre continuando in falsopiano ci si porta ad un bivio dove si prende verso monte così raggiungendo più sopra il rudere di una casa al limitare di coltivi da tempo incolti trovando sul posto un bivio fatto a T. Poiché per il sentiero sulla sinistra si tornerà, si prende quello di destra che piacevolmente traversa in falsopiano aggirando così la boscosa dorsale che dalla pianura sottostante s’eleva verso monte sulla cui sommità s’erge la chiesetta di S. Sisto. Tutti i sentieri che si dipartono sulla sinistra, percorsi, portano a questo edificio sacro. Più avanti, nel punto in cui sembra che improvvisamente termini, mentre una ripida traccia scende a valle, un’altra, alla stessa maniera, sale verso monte, e questa si prende. Da prima per la linea di massima pendenza, con qualche opportuna svolta poi, si guadagna faticosamente di sopra un colletto alle spalle della chiesetta di S. Sisto che rapidamente si raggiunge.
Come si prosegue sul crinale oltre a segni blu compaiono anche quelli bianco rossi. Di poco più sopra, giunti ad un pianoro, la traccia di fronte porta direttamente alla Rocca Due Denti e sarà quella che si utilizzerà per tornare come l’altra che s’abbassa sulla sinistra, mentre quella di destra, il sentiero 022A, come da iscrizione posta su di un albero, porta a Tavernette e questa si prende. Con un lungo traverso in piano, salvo brevi tratti dove si sale di poco tra le rocce, si raggiunge l’asciutto letto di un rio e poi la dorsale dove ci s’immette sulla segnata traccia che salendo da Tavernette si porta verso monte. Sulla propria testa è già bel visibile l’ammasso roccioso sulla cui sommità s’intravede la chiesetta in vetta alla Rocca Due Denti. Dopo un breve tratto in salita ed un altro in piano sempre traversando si raggiunge la successiva, aperta dorsale dove si fa quasi inversione. Percorsa per poco, più avanti, dove il pendio pur essendo sempre ripido si fa più agevole, tre traversi ascendenti e altrettante svolte consentono alla traccia rapidamente di alzarsi. Il terzo traverso, il più lungo, termina, più sopra, sul sentiero proveniente da S. Gervasio di Cumiana. Su questo ci s’immette subito raggiungendo il colletto alla base del rilievo e poi, al termine di un ripido tratto tra le rocce, la chiesetta di S. Bernardo posta in vetta alla Rocca Due Denti dove la vista s’apre ampissima verso ogni dove.
Scesi al colletto dove durante la resistenza un partigiano perse la vita, una traccia prosegue per cresta verso il colle Marione continuando poi per il monte Brunello e ancora oltre, mentre quella che si prende scende all’opposto alla cappella di S. Sisto passando per le Rocce della Gallina poste più in basso. L’impegnativo tratto che segue, per escursionisti esperti, affronta l’attraversamento di un’estesa placca rocciosa, abbastanza esposta, che si supera grazie all’ausilio di una robusta catena tassellata alla roccia che facilita il passaggio. Più avanti, oltre dei modesti salti rocciosi, il transito diventa più agevole percorrendo fedelmente la traccia il crinale che si fa via via boscoso e piano. Incontrato un primo ammasso roccioso, si riprende a scendere ripidi sino ad un secondo dove emerge un grosso masso tondeggiante a forma d’uovo da cui, probabilmente, il nome dato di “Rocce della Gallina”, oltre il quale, superata una friabile placca, si raggiunge il già citato pianoro di poco a monte della chiesetta di S. Sisto dove si chiude l’anello. Rifacendo piè pari il lungo percorso di salita si ritorna in questo modo alla chiesetta di S. Giacomo.
- Cartografia:
- IGC n° 17