Dolomitenlauf

Dolomitenlauf
La gita
ghizlo
16/01/2015

Ho partecipato alla Classic race da 42Km e confermo subito che è una bella granfondo, sicuramente da consigliare.

Quest’anno c’erano iscritte circa 450 persone alla Classic race del sabato e circa 300 alla skating della domenica, entrambe disputate a Obertilliach.

Le informazioni reperibili sul sito ufficiale della competizione sono scarse, tant’è che non si trova pubblicato il regolamento e – soprattutto – il percorso e l’altimetria ufficiali. Solamente il lunedì precedente è stato pubblicato il percorso, che quest’anno è stato modificato a causa della carenza di neve. Trattasi di 42Km con 495m di dislivello.

Ho ritirato il pettorale venerdì pomeriggio a Lienz, alla Stadtsaal, che è stato facile raggiungere grazie alla segnaletica posta dall’organizzazione già a partire dall’ingresso della città. Alla Stadtsaal, nell’atrio al piano terra erano stati posizionati i banchi per il ritiro del pettorale, mentre al piano superiore c’erano i banchi per i gruppi. Al piano terra un mini stand di Toko, con le indicazioni per la sciolina consigliata, un mini stand di Fischer e il banco Worldloppet. Il pacco mi è stato consegnato da un simpatico volontario di origine italiana. Nel pacco c’era il pettorale, la lista di partenza, il sacco per gli indumenti (bello capiente) e qualche volantino pubblicitario.

Successivamente sono salito al “biathlon und langlauf zentrum” di Obertilliach, luogo di partenza della gara, per vedere le condizioni della pista. Soprattutto per capire se c’era neve, visto che da Lienz fino a Kartitsch non ce n’era…! Fortunatamente, appena superato il paesino e svalicato il colle (Kartitscher sattel) si inizia a vedere neve e nevischia, la strada è appena appena imbiancata.

Al Langlaufzentrum, benché le previsioni davano temperature leggermente più basse e neve, trovo neve che scende mista ad acqua, la temperatura è di poco sopra lo zero… caffè e poi via all’alloggio!

Passata la notte presso un albergo di Kartitsch, il risveglio è stato sotto una bella nevicata: circa dieci centimetri al suolo. Con tutta calma mi sono portato alla partenza, dove ci sono -0,5 gradi e nevischia. Alla fine della prova delle scioline sono arrivato ad avere un leggero strato di stick gialla sopra la rossa extra.

Vedo molti utilizzare sci tipo “zero”, sia con soletta “chimica” sia con inserto in “pelo”, mentre altri lavorano di carta vetrata per farsi il “pelo”.

Entro un po’ in ritardo nella griglia di partenza, dove non mi sembra di aver visto particolari controlli in ingresso, e sono in penultima fila, fuori dal binario… tuttavia l’aria dei partecipati è serena e non si vede nessuno “scalpitare”. Mi giro un attimo e vedo Massimo che mi saluta… É tempo di partire.

Partenza buona, qualche caduta da aggirare, ma mi accorgo subito che effettivamente è possibile sfruttare in molti tratti la scivolata spinta e nelle salite il passo spinta.

Arrivo al diciassettesimo kilometro senza accorgermene quando inizia la salita verso Kartitsch. Probabilmente, più si sale e più scende la temperatura, si parla di qualche grado – o mezzo grado – ma il nevischio comincia a diventare neve, e l’andatura diminuisce, un po’ per la sciolina sotto gli sci (non adatta per queste temperature), un po’ per la stanchezza… Arrivato a un punto di ristoro, dopo una curva a gomito in discesa, penso di essere giunto al giro di boa… invece mi trovo a percorrere una salita che, inaspettatamente, ha delle belle pendenze e una buona lunghezza… in più punti salgo a spina di pesce.

Arrivato al valico, inizio la discesa, ma nei binari la neve nuova rallenta gli sci, tanto che nei tratti dove la pendenza è più dolce, bisogna spingere di braccia, inoltre la visibilità ridotta, fa scendere “con il freno tirato” per evitare di prendere le curve troppo allegramente e uscire di pista!

Vengo raggiunto da due persone, le faccio passare pensando fossero più veloci, ma appena davanti, anche loro vengono rallentati dalla neve fresca e dalla scarsa visibilità. Io sto dietro e cerco di riposare.

Arrivato al secondo passaggio presso il centro del fondo, non rimane che compiere l’ultimo tratto di pista, metà in discesa e metà in salita, per poi raggiungere, stanco, ma felice, il traguardo.

Per la cronaca, la passeggiata è durata poco più di tre ore e mezza…

Il dopo gara passa dapprima negli spogliatoi, piccoli (al massimo contengono una dozzina di persone) ma dotati di docce e di acqua calda (…rimpiango di non avere portato un asciugamano più grande…) e nel tendone adibito a “mensa” dove mangiare un bel piatto di pasta, un panino imbottito e un wurstel…!

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