DIamond Mountain da Sloatsburg per il Reeves Meadow Visitor Center

DIamond Mountain da Sloatsburg per il Reeves Meadow Visitor Center
La gita
vicente
5 10/04/2022
Accesso stradale
All'andata non abbiamo avuto problemi con il bus ShortLine. Al ritorno, abbiamo perso il bus e il treno non era in funzione causa lavori. Percio' abbiamo dovuto prendere un costoso taxi per arrivare alla prima fermata del treno disponibile. Siamo cosi' tornati a Manhattan tramite NJ Transit e PATH. Sconsigliatissimo. La nostra esperienza finora ha mostrato che l'unico servizio affidabile e' il bus ShortLine.

Condizioni del terreno spesso umide su gran parte dell’itinerario, cosa tipica del mese di aprile. Nonostante cio’, itinerario decisamente godibile: i tanti sassi e roccette permettono di restare all’asciutto. Sentiero davvero semplice fino al Visitor Center e poi ancora fino alla base di Diamond Mountain.

Da qui arriva qualche difficolta’ (le roccette di Diamond Mountain sono tra i passaggi piu’ belli di Harriman State Park). Mentre affrontavamo le roccette, peraltro, siamo stati investiti da una mini bufera di neve, tanto affascinante quanto inaspettata. Fortunatamente, e’ stato un inconveniente di breve durata. Arrivati in vetta, e’ tornato il sole e abbiamo ammirato i meravigliosi panorami che Diamond Mountain offre.
Ritorno piu’ avventuroso del previsto, sia per la sua lunghezza che soprattutto per l’attraversamento del fiume a cavalcioni di un grosso tronco d’albero caduto nel torrente. Era veramente l’unica possibilita’ in loco per guadare il fiume. Tant’e’ che due camminatori che compiono la traversata dell’Appalachian Trail dal Maine alla Georgia ci hanno imitati, pur essendo stracarichi per via dei grossi e pesanti zaini da 90-100 litri che trasportavano.

Per il resto, lo spettacolo del torrente gonfio d’acqua e’ davvero meraviglioso.

Al ritorno, ci siamo fermati alla Seven Lakes Station a Sloatsburg, un microbirrificio che vale davvero la pena di visitare.

Con Shouling, sempre caparbia nell’affrontare le difficolta’ dell’itinerario (soprattutto il guado del fiume a cavalcioni del tronco d’albero).

Da sottolineare che il personale al Visitor Center non sa fornire alcuna indicazione tecnica sugli itinerari perche’ non e’ gente che percorre i sentieri. Sono meri “baristi” nonostante occupino un presidio di montagna che si potrebbe equiparare ad un piccolo rifugio alpino se non fosse che non ci sono posti letto. Un vero peccato che la piega dei rifugisti “ignoranti” abbia preso piede anche in USA (cose gia’ viste sulle Alpi, anche in rifugi di altissima quota e blasonati, ahime’). Ad esempio, non ci hanno detto del ponte crollato: un’omissione abbastanza macroscopica, data la frequentazione massiccia della zona. Peraltro, non ci sono cartelli che avvisano del problema.

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