Dente del Gigante Via Normale

Dente del Gigante Via Normale
La gita
cuss
5 29/07/2007

Dopo aver visionato le varie recensioni decidiamo di tentare il Dente in giornata e di domenica per evitare l’affollamento. La gita però non inizia bene: per vari contrattempi mettiamo il piede sul ghiacciaio dopo le 10,30, il tempo non è bellissimo e il socio ha lasciato i ramponi in macchina..Proviamo comunque a partire anche se a quell’ora non si vedono più cordate in giro. Attraversiamo il ghiacciaio ben coperto, superiamo una crepaccia appena accennata e risaliamo un ripido canalino nevoso fortunatamente ben scalinato. Si arriva su di una cresta che si perde in un pendio di sfasciumi/nevai, la parte meno piacevole della gita e a mio avviso la più pericolosa, soprattutto in caso di affollamento. Aggiriamo sulla sinistra su neve dura un dente roccioso e in breve arriviamo alla Gengiva dove finalmente incotriamo anima viva. E’ l’una, una breve sosta, dove lasciamo il superfluo, e poi seguiamo sulla sinistra una cenga che conduce all’inizio della via. Il primo tiro è un po’ liscio ma sono presenti degli spit, poi un breve traverso sulla sinistra e successivamente un bel tiro proteggibile che sbuca inaspettatamente sulle famose placche. Decidiamo di procedere a tiri per godere della bella roccia. La prima parte ha una bella fessura e si sale bene con gli scarponi. I canaponi sono quasi d’impiccio. Risultano invece molto utili nel traverso e nei diedrini successivi dove ci sono meno appigli e la difficoltà aumenta. In questo tratto incrociamo l’unica cordata che ci precede e che decide di scendere dalla normale. In breve arriviamo alla punta Sella dove terminano le fisse e un tiro con un passo atletico in discesa ci deposita sulla forcella tra le due cime. Non fa per niente freddo, il tempo è ottimo e ormai l’ultima funivia è persa. Decidiamo così di prendercela comoda e saliamo a turno sulla cima più alta dove sono presenti alcune corde fisse. La vista è stupenda sulle creste e cime circostanti e staremmo ancora di più ma bisogna proprio scendere. Facciamo tre calate: la prima è la più tecnica con un leggero pendolo per raggiungere la sosta, mentre l’ultima è la più corta ma bella perchè a “piombo” sulla Gengiva. Sono quasi le cinque di pomeriggio e non ci sono più cordate in giro. Il resto della gita procede senza intoppi e alle sette siamo al Torino dove pernotteremo. Gita davvero inaspettata: partita male ma conclusa alla grande con un Dente fatto praticamente in solitaria. Con il socio Duccio

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