Gita solitaria esplorativa nell’alto Vallone di Noaschetta, ambiente molto selvaggio e severo nel primo tratto fino al bivio della Bocchetta del Ges, poi si apre alla vista lo spettacolare versante sud-est del Gran Paradiso ed in primo piano il bellissimo pianoro dell’Alpe Bruna di sotto e di sopra (Broìna, in dialetto noaschino). Raggiunto il pianoro di Goi, una mandria di mucche presenti all’inizio del piano, mi ha seguito in salita per qualche centinaio di metri, poi si è fermata a brucare l’erba ed al ritorno l’ho trovata all’Alpe Motta ( La Mutta in dialetto noaschino). Discreta traccia di ometti, in parte crollati per azione della neve e da me ricostruiti, fino al valloncello adducente al piccolo ghiacciaio. Salita alla cima un po’ ravanosa causa una certa instabilità del pietrame su cui avviene il percorso, però la fatica viene premiata dal grande panorama che si può ammirare dalla vetta. La bella e calda giornata ha fatto sciogliere tanta neve e ghiaccio tanto che all’Alpe Bruna di sopra, per superarlo, nonostante l’abbia attraversato a monte a circa metà piano dove è diviso in diversi rivoli, ho fatto involontariamente il pediluvio nel ramo principale
del torrente!
N.B. Qualche “maiale o più maiali a due zampe” hanno sparso sul prato poco a valle della Capanna Ivrea
Un bel po’ di rottami plastici, che ho provveduto a raccogliere in un sacchetto di nylon che fortunatamente avevo nello zaino, ed ho portato a valle. (vedi foto)
Salita dedicata alla mia vicina di casa, la sig.ra Maria Aimonino nativa della borgata Sassa, che da giovane con la famiglia saliva sugli alpeggi di questo vallone, di cui sovente mi ricorda la sua vita “grama”…