De Zen Piero (Bivacco) da Egga

De Zen Piero (Bivacco) da Egga
La gita
larix66
4 26/04/2014
Accesso stradale
Senso unico alternato poco oltre la dogana italiana
Osservazioni
Visto valanghe a pera esistenti
Neve (parte superiore gita)
Crosta da rigelo non portante
Neve (parte inferiore gita)
Primaverile/trasformata
Quota neve m
1700
Equipaggiamento
Scialpinistica

Diretti al Sempione, arriviamo al Passo immerso in un fitto nebbione già a partire da Engeloch che al momento non sembra intenzionato a diradarsi. Decidiamo quindi di tornare ad Egga e iniziare l’escursione da questa località, decidendo la meta finale durante il tragitto. Si portano gli sci per una decina di minuti poi, passato un vasto scaricamento di neve e terra, troviamo copertura nevosa costante, dapprima con neve umida poi con un buon rigelo superficiale. Ci alziamo nel vallone del Senggibach su neve ottimamente trasformata e, dopo aver fatto un pensiero al canalone del Böshorn, decidiamo di dirigerci al Bivacco De Zen, che raggiungiamo dopo aver faticato non poco a causa della neve asciutta e recente che si incolla inesorabilmente alle pelli ad ogni passo.
Dal Bivacco decidiamo che è tardi per proseguire verso la Senggchuppa, (i cui pendii sembrano in ottime condizioni), tenuto conto delle previsioni che promettono un deciso peggioramento già a fine mattinata. Optiamo quindi per un giro ad anello attraversando il ghiacciaio di Rossbode, alla base della spettacolare parete Nord del Fletschhorn dove si notano già tracce di discesa. Percorso tutto il ghiacciaio a debita distanza dalla terminale e dai crepacci sottostanti, con frequenti soste per fotografare la spettacolare parete, ci dirigiamo verso la cresta Nord-Est, nota come Breitloibgrat, con l’intenzione di salire la punta non nominata quotata 3332 che svetta lungo la cresta. Alla quota di circa 3170 m decidiamo di rinunciare a salire ulteriormente e cominciare la discesa per via delle condizioni meteo peggiorate improvvisamente. La neve recente non ha subito una trasformazione completa a causa dell’esposizione, per cui nella prima parte la sciata non è delle più divertenti, anche per via della visibilità non ottimale; i pendii affrontati sono impegnativi per la pendenza sostenuta e la possibile presenza di crepacci, uno dei quali è aperto e ben visibile. Il tratto più ripido, la cui inclinazione è probabilmente intorno a 45°, costeggia i grossi seracchi del ghiacciaio ben visibili anche dal basso. Percorriamo alcuni canali valanghivi dove la neve ha una portanza migliore. Dopo una strettoia non eccessivamente angusta dove occorre evitare qualche roccia e lastra di ghiaccio affiorante, il pendio si allarga e la pendenza si riduce. Raggiungiamo e seguiamo il vallone morenico sottostante su neve primaverile smollata ma sciabile e più in basso ci riportiamo sul percorso di salita, da cui raggiungiamo sci ai piedi i boschi all’altezza della segheria.

Decisamente una gita fuori dal comune, in compagnia di Andrea e Timoteo, interessante nonostante non abbiamo toccato nessuna vetta, al limite dello “sci ripido” e con una vista irripetibile sulla Nord del Fletschhorn.

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