partenza notturna da forzo per omonimo vallone,boschiettiera,quindi per il vallone di lavina ,durante la notte forte tormenta.Nel silenzio solo il tremolio della fiamma di una candela che con la sua luce fioca illumina l’interno del bivacco davito,le ombre che si allungano su due piccole stalattiti di ghiaccio appese alle pareti,in una notte di meta’ novembre dove anche il gelo e’ entrato senza bussare.Le prime luci dell’alba ridisegnano come ogni mattina le linee delle montagne,dalla torre lavina,al monveso di forzo,alla punta tressi.Nel regno delle aquile e degli stambecchi lo sguardo si perde lassu’ sul filo di una cresta,dove albe e tramonti tra mosaici di colori si cercano all’infinito,mentre nelle vallate,rocce montonate ricoperte dai licheni fanno da cornice a pittoreschi laghetti semighiacciati,con acque trasparenti,increspate da piccole cascatelle.La montagna e’ poesia dell’anima e il vento e’ la sua voce,anche nelle notti di stelle nascoste dove la luna sembra addormentarsi su un cuscino di nuvole,le pile frontali degli alpinisti illuminano la via che porta lassu’dove la terra incontra il cielo e il vento soffia piu’ forte,sul filo di una cresta
oggi di Loris