Dante (Punta) da Castello per il Colle Meano e la Cresta SO

Dante (Punta) da Castello per il Colle Meano e la Cresta SO
La gita
enzo51
3 19/11/2016

A un primo tentativo in alta val Po al cospetto del “re”, vanificato dalla gunfia, ne segue un altro nella valle adiacente piu’ sotto..con inevitabile spostamento in auto e il tempo che passa..nemmeno qui a Bellino sembra ci sia speranza di portare a casa qualcosa..la gunfia opera anche qui a calare il sipario sui monti di confine.Ma ecco che nell’attesa sul da farsi da una piccola schiarita, a poco a poco ecco il cielo diventare sempre piu’ blu..tempo per rimediare ve ne e’ ancora..la decisione presa e’ quella di salire la Dante per la sua cresta sud ovest..qui le nuvole presenti all’alba ora sono tutte sparite. Solo il vento persistera’ forte, a soffiare da ovest per tutto il corso dell’ascensione..e a rendere le cose gia’ complicate per la presenza di tanta neve inconsistente..piu’ complicate ancora per la difficolta’ a reggersi in piedi tanto soffiava forte. La cresta di per se non difficile salita con le peggio delle condizioni, ne esalta le difficolta’. In estate il salire una cresta asciutta con passi non oltre il II, al caldo, senza vento, ne neve a ostacolare non poco il procedere, valutata PD..nella cattiva stagione e nelle piu’ cattive delle condizioni , di botto si aggiudica almeno un grado in piu’..provare per credere. Un po’ la scusa salire questa tutto sommato cresta carina e non esasperante..(lo diventa solo se affrontata non col criterio giusto), non tanto per il piacere di salire la Dante fine a se stessa, gia’ scalata una volta anni addietro, quanto come benestare per la Michelis, mai salita nel tempo, forse perche’ ritenuta troppo facile..e per questi motivi sempre lasciata da parte..ma ora i tempi sono maturi, e tante cose tralasciate nel tempo come d’incanto ora sembrano piu’ realizzabili..piu’ a portata di mano. Il tempo passa, per i ritmi fin troppo rallentati dalla neve a opporre insidie di ogni genere lungo il cammino a valle, cosi come a monte e sulle cresta in particolare, in un mondo tutto bianco dai 2000m in su’. Scelgo il primo canalone che mi viene a tiro per una discesa piu’ diretta, ma con qualche imprevisto, risolto poi picca ramponi e mani sulla roccia, questo, quando stufo di seguire gli ometti di colpo spariti e piu’ nessuna voglia di cercarli, e di perdere altro tempo. Il cammino a valle era ancora lungo, le ore di luce ormai al lumicino. C’era l’esigenza di ritrovare quanto prima le traccie di salta, prima del calare della notte. Il buio mi sorprendera’ solo ormai a una mezzo’ra dalla macchina. Non male come esperienza..che ogni tanto si puo’ ripetere..una falesia, una cascata, un giro in MTB..va tutto bene..finche’ si resta nel gioco..in montagna parlare di gioco diventa gia’ piu’ difficile..oppure ammesso che di gioco si tratti, e’ sempre un giocare duro contro le forze della natura..e questo vale in tutti quei casi quando intrapreso il cammino verso i monti, tutto si sa tranne quello che puo’ succedere di bello e di brutto in ogni momento.

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