Entro nel pazzesco ambiente del Bianco scegliendo una delle vie più abbordabili. Avvicinamento dal rifugio in circa un’ora, c’è da superare ancora un nevaio che al mattino è ancora duro, comunque attualmente,facendo attenzione, si passa in scarpe da trail. Per non risalire i pochi metri del nevaio che è ancora presente alla base della parete,abbiamo attaccato la via all’estrema destra,partendo dal balcone che si affaccia sul Freney facendo un traverso ascendente a sinistra fino a incontrare il primo spit oro. Usato 60 mt di corda, superando L1 e arrivato a uno spit con mailon, da lì recuperato socio fino a L1 e ripartito fino a L2. Concatenato L3 con L4 , con un tiro da 60. Da L4 traversare in leggera salita tutto a sx ( parecchi metri sprotetti) fino a incontrare spit oro. Da L5 in poi finalmente si smette di pestare erba e terra e iniziano i tiri più divertenti. Tracciato parecchio tortuoso, allungare e sfalsare le corde per evitare tiraggi. Doppie su Euroteam, piastrine Kong con cordone bianco, se ci si cala dalla cima conviene fermarsi alla prima sosta, altrimenti con le corde da 60 non si arriva alla sosta sotto. Se verso la fine si arriva alla sosta di L5 della Ottoz ( 3 spit oro con cordone giallo sbiadito) si è usciti dalla linea da Euroteam, comunque da li ci si cala sulla verticale, sono 60 metri esatti di calata ,occhio! Si supera uno strapiombo e si arriva a una sosta attrezzata con cordoni e maillon su uno speroncino, da lì con una calata sempre verticale si va a prendere l’ultima sosta di Euroteam che porta alla base della parete. Non sottovalutare la discesa, noi non conoscendo, ma senza grossi intoppi ci abbiamo messo due ore abbondanti. Oggi solo Claudio ed io sulla Ottoz, Michele e Gianluigi sulla Bertone Zappelli, una cordata su Euroteam e un’altra su un’altra via. Accoglienza al Monzino…a prima vista Mauro può sembrare il segente Hartman ma in realtà è simpatico e preparatissimo su condizioni e vie.