Croux (Aiguille) – Via Ottoz – Hurzeler

Croux (Aiguille) – Via Ottoz – Hurzeler
La gita
subdir
5 20/08/2017

Bella via di soddisfazione.
In ordine:
Avvicinamento al monzino in poco più di due ore, cena abbondante ma rifugista scorbutico sia al telefono che di persona, forse stressato dopo una lunga stagione?
Dal rifugio all’attacco un’ora scarsa.
Ieri una decina di cordate sulla via, e sui tiri più difficili abbiamo visto formarsi una cordata a quattro, collegata in serie… mai vista prima, solo sentita dopo qualche bicchiere come idea per far ridere… senz’altro una trovata censurabile su una via come questa e in un giorno affollato… meditate gente
Code anche in doppia, con qualche cavalleresca condivisione, e tante scuse ai torinesi ai quali abbiamo lasciato la nostra corda sull’ultima calata, non calcolando che ne avevano già una a testa da riportare al rifugio… apologies
Capitolo roccia: spiacevole solo sul decimo tiro, peraltro bello, verticale ed esposto. Molto buona altrove.
Si integra piuttosto bene ma guardare bene la relazione per capire come girano alcuni tiri e allungare le protezioni di conseguenza.
Diversi tiri lunghi.
Discesa: una calata dalla cima alla forcella, poi a piedi per in discesa sul versante opposto a quello di salita per venti metri fino a reperire sosta a spit di calate. 3 calate da 50 circa, poi a piedi seguendo ometti giu’ per lo zoccolo. La traccia gira abbastanza alla ricerca del facile, poi ultima calata su cordoni e maillon, e si è alla base. Ancora una mezz’ora per il rientro al monzino.
La via ha diversi bei tiri, dal traverso del sesto, facile se si guarda bene per i piedi, al passaggio expo del breve settimo tiro, anche questo facile e risolvibile con un allungo della gamba dx, al camino dell’ottavo, ostico in almeno un punto, decimo come detto, ma anche undicesimo e l’ultimo. In sostanza: bella via, non difficile, su una bella parete e fino alla cima di una bella montagna, in ambiente maestoso al cospettto della Noire e altre leggende. Da fare.
Probabilmente l’ultima bella via dell’anno 2 della mia seconda vita da pendolare dell’arrampicata, e un bel colpo d’ala dopo un agosto tormentato: la tigre è ancora viva.

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