Quasi due vie diverse (non so se sia un pregio o un difetto): la prima parte, i sette tiri della via originale, gradevoli e facili, quindi il tiro di trasferimento sulla cengia erbosa (che mette alla prova la capacità di orientamento) e si riparte con la variante, bellissima, ma tutta un’altra storia, verticale, tecnica, per noi decisamente impegnativa, come si evince dalla descrizione d’itinerario. La chiodatura, sicura e ravvicinata dove serve, consente comunque di azzerare i passi più impegnativi e la rende abbordabile anche per chi, come noi, non ha il grado per passare tutto in libera.
Come sempre con Germana, ne siamo usciti stanchi ma decisamente soddisfatti.
Grazie agli apritori (*) per continuare a regalarci questi puri divertimenti.
(*) p.s. : caro Tito, vediamo se riesci ancora a defilarti 😉 :))