Colmet (Mont) dal Colle San Carlo

Colmet (Mont) dal Colle San Carlo
La gita
andrea81
5 07/06/2015

Dopo il forte temporale notturno, al mattino ancora nuvolosità residua, ma sole che iniziava a farsi largo tra le velature, e già all’arrivo al Lago d’Arpy dopo circa 30’ di piacevole camminata lungo la pista forestale il cielo diventava sereno. Lago d’Arpy bellissimo, che lasciava già presagire la varietà di ambienti del percorso di oggi. Da qui seguito il sentiero indicato che però al momento di attraversare l’immissario, mi ha regalato una brutta sorpresa. Impossibile passare sulla passerella di pietre, perché sommersa dalla tanta acqua (tra fusione della neve e pioggia notturna), quindi non avendo voglia di togliere gli scarponi, sono tornato indietro e ho compiuto il giro del lago dalla sponda sinistra, perdendo circa 20’. Dopo il sentiero inizia a salire finalmente più deciso, molto ben gradinato, a tratti un’opera d’arte che consente con estrema facilità di superare la bastionata rocciosa sulla sinistra con tanto di cascata. Dal ripiano successivo, inizia l’innevamento che risulterà pressochè continuo fino a 50 m dalla cima. Neve estiva, quindi morbida superficialmente ma non sfondosa, eccetto nelle vicinanze di massi, dove si possono aprire le voragini. Salita seguendo alcuni ometti ma scegliendo il percorso migliore tra i nevai, che nonostante le buone pendenze non hanno richiesto i ramponi (che avevo insieme alla piccozza). Scollinato sopra il Lago di Pietra Rossa (ancora ricoperto da iceberg in corso di fusione, spettacolare), si è aperto il vallone della parte alta di salita, con ancora intuibili le tracce di chi mi ha preceduto. Verso le 11 il tempo stava repentinamente cambiando con nubi nere e minacciose, ho riflettuto un po’ sul da farsi, ma considerato che ero a 2700 m e 200 m più sopra avrei eventualmente trovato riparo nella casermetta, ho scelto di proseguire. Ho aggirato il primo canalino sulla sinistra, percorrendo la morena, e poi ho iniziato ad affrontare i pendii nevosi, sempre con buona pendenza; questa zona avendo molti massi affioranti ha riservato parecchie insidie, con diverse zone di neve cedevole, forse è stato un errore cercare di seguire il sentiero estivo, anziché puntare ai nevai più a destra.
Ho affrontato un unico breve traverso più insidioso, dove ho preferito usare i ramponi nel caso di scivolata, ma più a scopo precauzionale che per reale necessità. A 100 m dal colletto tra le due cime termina la neve, e la dorsale di salita con una bella traccia che si districa tra massi e detriti. Raggiunto il ricovero Tenente Chabloz, in pochi istanti sono salito sulla cima di destra (la cima nord) ancora con la cupola innevata (attenzione alla grossa cornice).
Per fortuna nel frattempo le nubi minacciose si sono allontanate (in Francia però era nerissimo, e anche verso la zona del Grand Combin), e mi hanno concesso una pausa in cima, che ho raggiunto con più fatica del preventivato a causa della tanta neve ancora sul percorso. Questi due fattori mi hanno indotto a rinunciare a salire anche la non lontana Becca Pougnenta (percorso parte alta privo di neve), per rientrare direttamente al Colle San Carlo. La discesa si è rivelata piuttosto divertente sfruttando i nevai fin dove possibile, solo alcuni passaggi più delicati nelle zone dei massi, da fare con cautela per evitare di farsi male in qualche voragine.
I primi esseri umani oggi li ho incontrati al Lago d’Arpy al ritorno, tanto a rimarcare che il posto è molto selvaggio in questa stagione. Secondo me la salita fatta ora aggiunge qualcosa alla gita, che già di per sé è spettacolare per ambiente e panorami. Tra 15 giorni il tratto prima del lago sarà senza neve, mentre per la parte alta bisognerà aspettare metà luglio.

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