Sono partito dal Pian della Mussa diretto al Passo. Al Pian Gias ho imboccato subito il ghiacciaio (senza attaversare il ponticello, ci sono tacche bianche e rosse) fino alla bastionata finale prima della salita al Passo. A questo proposito segnalo – per pura precauzione che non è mai troppa, specie in caso di scarsa visibilità – che percorso quasi interamente il ghiacciaio , prima di arrivare al tratto quasi pianeggiante da cui poi si procede in salita, è aperto un piccolo crepaccio largo in alcuni punti anche circa 40/50 cm , lungo una decina di metri e profondo qualche metro. La prima parte del tratto di salita ( il ciaplè) è tutto sommato agevole, ma quando il canalino ripido si restringe è utilissima la corda/canapo (che a vista dovrebbe essere nuova) perchè le rocce e le pietre presenti sembrano appoggiate sul sapone e ti scappano da sotto i piedi. In questo punto, con altre persone in salita, è senz’altro utile il caschetto.Segnalo, inoltre, che al passo è tristemente appoggiata , tra l’altro, una tavoletta di legno, ormai datata, con la scritta “Passo del Collerin mt. 3207”, che ha ormai fatto il suo tempo e avrebbe tutto il diritto di andare in pensione. Naturalmente Roberto del Gastaldi non può pensare a tutto.
Sempre una bella camminata in ambienti maestosi , come solo le Valli di Lanzo ti possono regalare.