Gastaldi, Cibrario, Averole (Rifugi) da Pian della Mussa, giro dell’Uja di Bessanese (4 gg)

Gastaldi, Cibrario, Averole (Rifugi) da Pian della Mussa, giro dell’Uja di Bessanese (4 gg)
La gita
terulvio
5 06/08/2016

Giro fatto il 6-7-8 Agosto con un meteo perfetto.
Primo giorno Gastaldi – Cibrario come da descrizione con l’aggiunta della salita a punta del fortino e cresta del fort per godersi lo spettacolo del Lago della Rossa da un punto d’osservazione privilegiato. Moltissime persone al lago in occasione dei festeggiamenti per San Camillo. Durante la discesa dal colle Altare verso il Cibrario piccola deviazione per vedere da vicino il bel lago di Peraciaval. Accoglienza al rifugio ottima e serata divertente in compagnia di una coppia tedesca in vacanza per tre settimane nelle valli di Lanzo.
Secondo giorno Cibrario – Averole. Bella la risalita ai due colli, specialmente a quello dell’Autaret che offre un panorama incantevole abbinato a un notevole fascino storico legato al suo utilizzo sin dai tempi dei romani, al presunto passaggio di Annibale per varcare le Alpi e ai residui della seconda guerra mondiale ancora presenti. Dal colle abbiamo risalito la adiacente punta Costan che ci ha permesso di godere di una vista mozzafiato dal Monviso ai quattromila valdostani.
La discesa nel vallone della Lombarda è stata effettivamente parecchio lunga, ma la bellezza dell’ambiente e l’incontro con un ermellino l’hanno resa comunque piacevole.
Il primo attraversamento del rio si fa su tubi di cemento che lo rendono agevole, il secondo si fa all’altezza della cabanne de bergers su comoda passerella di legno.
All’Averole buona ospitalità e incontro con un gruppo di romani che facevano il tour in senso inverso e due ragazzi di Ala, con cui abbiamo picevolmente condiviso cena e camera, che lo facevano in versione trail con un solo pernotto.
Terzo giorno Averole – Pian della Mussa. Partiti di buon ora per arrivare puntuali al rendez-vous che ci eravamo dati con i parinott al passo del collerin. La salita è la più impegnativa di tutto il tour, anche se, vista l’assenza di neve e le attuali condizioni dei ghiacciai è completamente percorribile senza l’utilizzo dei ramponcini. Noi ce li avevamo per precauzione, ma non li abbiamo mai indossati. La discesa sul versante italiano è facilitata da corde fisse, ma è comunque da affrontare con cautela vista la pendenza notevole e la franosità del terreno.
Attraversato un pian Gias ormai quasi completamente privo di neve ci siamo diretti al pian della Mussa per concludere questi tre giorni spesi in un ambiente montano stupendo e incontaminato capace di regalare panorami e sensazioni che rimarranno impressi nella memoria a lungo.
Un grazie all’ottimo compagno di viaggio Alessio per per aver condiviso questa esperienza.

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