Gastaldi, Cibrario, Averole (Rifugi) da Pian della Mussa, giro dell’Uja di Bessanese (4 gg)

Gastaldi, Cibrario, Averole (Rifugi) da Pian della Mussa, giro dell’Uja di Bessanese (4 gg)
La gita
i3fili
4 01/09/2007

Tour effettuato dal 31/8 al 3/9, lasciando l’auto al Pian della Mussa nel tardo pomeriggio del venerdì e partendo la mattina seguente dal Gastaldi in direzione Cibrario.

Dalla nostra esperienza, alcuni consigli e valutazioni:
1. La tappa Gastaldi-Cibrario è veramente corta e meno interessante delle altre due. Dovessi rifare il TB partirei la mattina dal Pian della Mussa direttamente per il Cibrario, senza dormire al Gastaldi.
2. Vale veramente la pena, con un buon meteo, di salire la Croce Rossa, unica punta prestigiosa lungo il percorso alla portata del semplice escursionista. In tal caso è opportuno dormire al Gastaldi e, dopo aver superato il Colle Altare, giunti al lago piccolo di Pera Ciaval, dirigersi a destra, superare un tratto erboso in falsopiano e, senza perdere quota, costeggiare le sponde settentrionale e occidentale del lago principale di Pera Ciaval fino ad intercettare il sentiero 118 che dal Cibrario sale al Colle della Valletta. In alternativa (ma un po’ più complesso), si può uscire dal sentiero prima del Colle Altare e dirigersi verso un colletto innominato sulla mia IGC 103, quotato 2942, posto a ovest dell’Altare. Da lì, tenendosi alti sopra la zona erbosa, si attraversa a destra fino a raggiungere il sentiero 118. In caso di scarsa visibilità per nebbia o nuvole (come è successo a noi, che abbiamo rimandato la salita al giorno seguente dal Cibrario), lasciar perdere e rimanere sul sentiero. Dal colletto summenzionato è comunque possibile, scendendo a sinistra attraverso alcuni dossi erbosi, ritrovare facilmente il sentiero che porta al rifugio.
3. Dislivelli. Quelli indicati da chi ha descritto l’itinerario (e presi dalla cartoguida allegata a Valli di Lanzo Touring) contengono un errore macroscopico: come è possibile che ci siano 750 metri di dislivello in salita e “almeno” 1550 metri di dislivello in discesa se la differenza di quota tra il Cibrario e l’Avérole è di 400 metri?!
4. Tempi. Noi abbiamo impiegato circa 4 ore per la tappa Gastaldi-Cibrario, 6 ore e 50 per la Cibrario-Avérole e 7 ore per tornare dall’Avérole al Pian della Mussa, contando pochissime pause e molto brevi. Quest’ultima tappa ha l’incognita del Passo del Collerin, che è il passaggio chiave di tutto il Tour. Con neve o, peggio, ghiaccio, può rapidamente portare un escursionista al suo limite. Consiglio di informarsi delle condizioni presso il Gastaldi.
5. Cibo e accoglienza. Ottimo e ottima dappertutto, con una marcia in più all’Avérole dove, forse complice il fatto che eravamo gli unici ospiti, abbiamo fatto una cena e una colazione degne del Rifugio Bezzi dei tempi migliori. Un unico appunto al Cibrario: non si può dare a colazione in un rifugio una confezione di 2 (due) fette biscottate e 2 (due) marmellatine. Per la cronaca all’Avérole la colazione è consistita in: bricco di tè, panini dolci, pane bianco e pane di segale, corn flakes, biscotti, due recipienti di marmellate diverse e se dimentico qualcosa è solo perché non ce l’ho fatta a mangiarla.

Parlando con i rifugisti è emerso che sono quasi tutti francesi coloro che fanno il Tour della Bessanese. Perché? Negli 1+3 giorni di marcia lungo le 3 tappe del Tour abbiamo incontrato solo 2 ragazzi francesi vicino al Lago della Rossa. Nel tratto Cibrario-Avérole-Pian della Mussa, nessuno! E sono quasi 30 km.! Monica ed io abbiamo festeggiato così, nel nostro piccolo, i 150 anni dalla prima ascensione alla Bessanese. Un saluto alla dozzina di soci del CAI Verrès insieme ai quali abbiamo salito la Croce Rossa, prima di proseguire per l’Avérole. Un particolare ringraziamento a Beppe che ha provato ad indicarci una possibile via verso il Col Sulè che evitasse di ripassare dal Rifugio Cibrario e poi, dati i tempi stretti, la sera si è accertato che fossimo arrivati all’Avérole senza problemi.

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