Circuito dell’Annapurna

Circuito dell’Annapurna
La gita
sensacugnisiun
5 19/11/2019

Trekking iniziato da Chame evitando la parte bassa del percorso caratterizzata da lunghi tratti di sterrato e polvere a volontà. Presso Dharapani si vede il Manaslu e daa segnalare in questo tratto la cascata di Chyamche e la gola presso Timang dove la valle si restringe e si transita in jeep su tratti scavati nella roccia a picco sul torrente. Strada molto segnata da frane e con tratti davvero al limite. L’inizio del trekking ed il percorso per Pisang è ampio e subito panoramico, premiato dagli scorci sull’Annapurna II. Giorno di acclimatamento a Manang sfruttato per salire all’Ice Lake, 4600m, ai piedi del Chulu far East. Non era in programma ma ci ha attirato il bivio a destra presso Dhraga e chieste informazioni sul percorso, il giorno successivo abbiam deciso di salire in una giornata limpida e con splendide vedute su Annapurna II, III. IV. Fin qui lodge accoglienti con piccole stufe presenti solo in sala pranzo, freddo ben sopportabile. Avvicinamento al Tilicho Lake segnato da un giorno di brutto tempo con tormenta e nevischio, la mancanza di previsioni affidabili ci fa preoccupare abbastanza visto che ci si avvicina ai 5000. Sherpa e guide comunque tutti certi che la perturbazione, visto il periodo, sia solo di passaggio. Puntualmente infatti la sera prima del Tilicho si rasserena lasciando spazio ad un tramonto colorato ed il gelo a garantire bel tempo. I vari lodge del Bc sono decisamente spartani, spesso mancano i vetri e la legna è scarsa quindi si da una scaldata solo all’ora di cena, con tempo sereno e stagione ormai prossima all’inverno si va molto sotto zero. Salita caratterizzata da lunghi traversi e scorci magnifici sul vicino Khangsar Khang e sulle varie quote, alcune innominate, che portano verso destra all’imponente Tilicho Peak. Tutto il versante è caratterizzato da imponenti seraccate e spines incredibili da cui è difficile staccar lo sguardo. 20 cm di fresca che aumentano ad una trentina al lago, un bel dosso verso sinistra garantisce una vista migliore. Lungo trasferimento a Siri Kharka da cui ci si avvicina al Thorong La. Da segnalare la zona delle landslides da percorrere A/R prima del Tilicho BC, molto estetica da un lato con i campanili di arenaria e le profonde gole, da percorrere senza troppi indugi però visto che si attraversano sulla sinistra idrografica ripidi canaloni detritici soggetti a scariche. Il percorso verso Thorong Phedi è caratterizzato inizialmente da lunghi saliscendi, successivamente si cambia vallata e si guadagna quota ripidamente fino al campo base che precede il Thorong. Tra le tre strutture presenti quella più in basso è molto confortevole con l’ampia sala riscaldata e la bella accoglienza del gestore local e della moglie europea, rock anglosassone e pane fatto in casa sono stati una bella sorpresa proprio prima dell’impennata più impegnativa. Partenza bynight con stellata limpida e almeno un -15 ci portano verso il campo alto, dove ci accoglie una splendida alba. Nella prima parte si guadagna quota in fretta, la seconda invece è caratterizzata da lunghe morene che sembrano non finire mai. Il Thorong Peak rimane comunque sempre visibile e si ha comunque sempre l’idea di quanto manchi al passo, che resta ca. 600m appena sotto. Il sole generoso e l’assenza di vento consentono una lunga sosta al colle, vale la pena seguire poi a sinistra l’ampio sentiero che conduce con lieve pendenza all’approccio del Ghiacciaio del Thorong Peak, che presenta un’ampia spalla ben oltre i 40 gradi che conduce alla piatta cresta prima della ripida “banana” che porta in vetta. La discesa verso Muktinath si presenta con lunghissime morene, ma dopo un’oretta compare il gruppo del Dhaulagiri e l’inconfondibile vetta principale, spettacolare da questo lato. la rapida salita al passo e la salita percorsa in 3 e mezza ci consente di scendere pian piano con tutto il giorno a disposizione. Nel frattempo il paesaggio cambia rapidamente con i ghiacciai che lasciano spazio al deserto d’alta quota del Mustang. Preceduta dai templi buddisti e indù, esempio di pacifica convivenza tra differenti religioni, ecco finalmente muktinath, terra di pellegrinaggi e meta ambita per queste genti genuine e di cuore così come felice tappa del Circuito per i trekkers (e soprattutto finalmente si trova una doccia almeno tiepida dopo giorni!). Le prime ore di discesa il giorno successivo passano veloci tra gli incredibili colori del Mustang che la radente luce del mattino esalta. Si raggiunge poi il fiume Khali Gandaki percorrendone il fianco per lunghi tratti fino a Jomson, accogliente e indaffarata. Nuovamente jeep fino a Tatopani passando per i meli di Maphra ed i villaggi agricoli ai piedi delle imponenti seraccate del Ningiri, e poi la strada, continuamente in manutenzione, che diventa adrenalinica, a picco sulle gole del Khali Gandaki.
Esperienza entusiasmante, con Puffetta alla prima volta in Himalaya e che anche in quota non perde un colpo. affiancati dalla guida Tek e dal portatore Namser, all’ennesimo Circuito e sempre disponibili e amichevoli. Non molti trekkers sul percorso, vista anche la stagione abbastanza avanzata, diversi anglosassoni, alcuni dall’Europa dell’Est, francesi e spagnoli, molte coppie, con cui condividere le lunghe serate a base di partite a carte e caccia alla stufa. E soprattutto come sempre i locals, il calore della gente Sherpa e Gurung, i loro modi semplici, la vita spartana che fa ricordare e portare a casa valori ormai dimenticati. Non abbiam visto piccozze e ramponi in giro, avevamo i ramponi ma non li abbiamo usati. Al contrario del Khumbu che dà forse più possibilità i classici trekking peak (Pisang, i Chulu) non sono così facili ed occorrono più giorni a disposizione per tendate e campi alti e giorni di riserva. Sono state settimane di cieli limpidi e brevi perturbazioni, per fortuna il classico clima del periodo.

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