Sinceramente la via a me è piaciuta! In fin dei conti la roccia è meno peggio di quello che sembra e le (diverse) cenge erbose permettono sempre delle comode soste. Naturalmente si tratta di una via di montagna e non di falesia, quindi un po’ di pietrame sparso qua e là lo si trova e (data anche la scarsa frequentazione) in alcuni casi un po’ di muschio ricopre le placche. Gli spits sono generalmente ben posizionati e sicuri (forse avrei messo uno spit in più sul tiro centrale di trasferimento per indicare la direzione, comunque la sosta è a DX in verticale sotto lo spigolone, 50 mt di traverso).
Noi abbiamo optato per un avvicinamento particolare: seggiovia da Prali, poi a piedi dal Bric al passo Cialancia (un’oretta scarsa, con poca salita), di qui in 20 min all’attacco delle via.
Per evitare di calarci in doppia e risalire al colle abbiamo seguito la cresta, fino ad un intaglio dove si fa più affilata, da cui siamo scesi verso il Lago di Envie ed in fine siamo risaliti per un ripido canalone e tornati al colle (con il senno di poi erano meglio le doppie!). Ovviamente l’orario di chiusura della seggiovia era ormai passato e ci è toccato scendere a piedi… sigh!).
P.S.: chi si era portato dietro lo zaino (io!) ha evitato di risalire al colle ed è sceso dal lago alla borgata Indiritti e di qui all’auto, recuperando quasi un’ora sui soci (zani e sugo).