- Accesso stradale
- Strada pulita fino al punto di partenza
- Osservazioni
- Nessuno
- Quota neve m
- 1100
- Equipaggiamento
- Scialpinistica
Giornata-spettacolo, di una limpidezza vista raramente. Arrivato sci ai piedi fino all’auto; al contrario la dorsale terminale verso la vetta è quasi completamente priva di neve, per cui sono tornato prima di aver toccato la sommità.
Neve primaverile nelle radure più esposte al sole, gelata e piena di buche dei ciaspolari lungo la traccia della strada e nei punti in ombra.
IMPORTANTE: onestamente mi sembra che questo itinerario non possa venire proposto per gli scialpinisti (è meglio partire da S. Bernardo di Desertetto): si è sempre sulla traccia di una stradina, e soprattutto il sentiero che porta al Colle dell’Arpione è stretto e obbligato, piuttosto ripido: se lo si trova pieno di buche dei ciaspolari può diventare pericoloso in discesa per gambe e caviglie. Saggiamente Dovio diceva su Gulliver: “Itinerario più per i ciaspolari che per gli scialpiniti”. Incredibile la presentazione di questa gita sulla Guida dei Monti d’Italia, Alpi Marittime volume II, 1990, pag. 637: “Bel tratto intermedio in moderata pendenza”. Un consiglio da amico a chi possiede il suddetto volume: cancellate questa gita, prima di lasciarvi tentare!