Seguito il sentiero per Tallorno, in parte allagato, poi la mulattiera oltre il ponte. Sentiero e vallone verso il Monfandi, ammesso che fosse giusto quello intuito, attiravano meno rispetto alla testata del vallone. La sterrata sale monotona verso il guado ed il ponte, noi abbiam proseguito sullo stesso lato raggiungendo l’alpe la Nuova. Oltre verso il vallone non si riesece a porseguire, ci vorrebbe un machete. La traccia anche a destra è scarsamente visibile, siamo saliti diretti su dorsali evitando la vegetazione e giungendo alla baita con la teleferica, tenuta come riferimento. Di qui a destra la traccia torna più evidente e porta ad un pianoro in cui sbuca un torrente. Di qui abbiam proseguito verso sinistra seguendo il torrente e puntando i primi nevai, ancora abbondanti, e a quella che sembrava esser la punta più elevata del vallone. Seguita la neve per quanto possibile, ben gradinabile senza ramponi e puntato un colletto tra le due vette principali della Chiosa. Al termine della pietraia e prima del colletto un ripido canalino tra sassi e erba bagnata porta in cresta a 5 minuti dalla vetta, dove è presente un solo ometto. Deduciamo poi esser la Chiosa, in base alla posizione e presunta quota. Zona che appare molto selvaggia e poco frequentata, non ci sono tracce recenti di salita sui nevai ed il vallone di Candele è davvero pittoresco, rigoglioso, pieno di torrenti e colorato. In discesa per far giro ad anello abbiam puntato al vallone della bocchetta delle Oche, per comode lingue di neve per fortuna abbastanza portante si arriva praticamente agli alpeggi sotto il colle. Il sentiero gta è ottimo e permette di scender velocemente, il torrente principale è bello pieno e al guado non conviene cercar di saltare tra massi, meglio levarsi le scarpe a meno di non esser già a mollo come noi dopo già vari guadi e marcite. Al ritorno seguito il sentiero e non la mulattiera, più rapido e caratteristico. Bella escursione, la prima in periodo estivo in valchiusella non contrassegnata da nebbie, salut