La relazione è abbastanza precisa ed esaustiva, così come i commenti dei precedenti salitori. Lasciamo pertanto solo alcuni brevi chiarimenti ed impressioni: la via a noi è piaciuta molto, per raggiungere l’attacco , una volta raggiunto il larice isolato, attraversare decisamente a sx, non guadagnando neanche 1cm in salita, ma piuttosto perdendo qualche metro di quota, sino ad individuare una piazzola di piccoli detriti, li troverete l’ attacco con la scritta chiaramente visibile, la chiodatura è abbondate e ben posizionata, i passaggi più duri azzerabili, i tiri tutti di circa 30 mt, ma sconsigliamo di unirli, le soste alcune sono unite da cordone altre da collegare, nonostante la brevità dei tiri la comunicazione a causa del vento e del rumore del torrente sottostante a volte è difficoltosa. Noi abbiamo scelto di uscire percorrendo l’ultimo tiro di “Idroelettrica”, in quanto l’intenzione era di salire al Monzino e non andare ad intercettare direttamente la via di discesa, attenzione, il tiro non finisce con una sosta ma con un semplice spit. Da lì siamo saliti al Monzino, salendo slegati “a sentimento” in diagonale verso dx tra erba e facili placche puntanto il ben visibile rifugio. Infine scesi dalla lunga ma facile ferrata. Lo sviluppo e il dislivello tra, avvicinamento, via, salita al Monzino, e discesa risultano notevoli e impegnativi dal punto di vista fisico, ma la bellezza dell’ambiente, ( dove la Auguille noir già da sola riempe gli occhi) ne fanno certamente valere la pena. Come sempre con Marta a tiri alterni. Oggi da soli sulla via ma con numerose persone sulla ferrata. Infine vi lasciamo i nostri tempi, premettendo di sapere di essere molto hem…comodi.
Parcheggio – Attacco via 2 h
Arrampicata 4 1/2 h
Uscita via – Monzino 2 h
Monzino – Parcheggio 2 1/2 h