- Accesso stradale
- OK fino alla diga
- Osservazioni
- Visto valanghe a pera esistenti
- Quota neve m
- 2100
Nell’inserire la descrizione dell’itinerario l’ho classificato come ORA per continuità con la descrizione scialpinistica che la classifica OSA.
In realtà è una classificazione un pò generosa,direi che sarebbe più corretto definirla BRA/BSA.
Dal parcheggio della diga abbiamo raggiunto il rifugio in mountanbike(che è venuta molto comoda per percorrere i circa 5 Km del lungo lago al ritorno).
Dopo 10 min a piedi inizia la neve,per i ciaspolatori si consiglia di seguire l’itinerario n°10 con sentiero fino a quota 2200mt,mentre per gli scialpinisti seguire l’itinerario n°11 che percorre i pendii al di là del torrente.
Oggi la neve era veramente brutta già nella parte inferiore della gita(crosta non portante)mentre migliorava decisamente verso i 2500 mt (crosta portante),mentre l’ultimo tratto fino al colle non era ancora completamente trasformata.
Lasciati al colle zaini e ciaspole,abbiamo raggiunto la vetta,legati e con picozza e ramponi,dove abbiamo suonato la campana.
La cresta è esposta in alcuni tratti ma è ricca di appigli ed è quasi interamente senza neve.
Discesa iniziata alle 11,30 su buona neve fino a quota 2700mt,poi occorre fare molta attenzione (si sprofondava fino all’anca),sicuramente da consigliare solo in presenza di un buon rigelo notturno.
Siamo stati accompagnati fino al colle dal pastore tedesco dei gestori del rifugio e dopo averci aspettato ci ha riaccompagnati al rifugio.
Per la cronaca il cane è già salito sulla spalla della Dent d’Herens e sulla tète de Valpelline.