- Accesso stradale
- ottimo
Risalendo la Val d’Aosta ho scartato altre idee per la nuvolosità nella bassa valle, e arrivato ad Aosta mi sono diretto quasi a colpo sicuro nella Valsavarenche, dove sono partito con residue foschie che si sono quasi subito dissolte regalando una giornata da cartolina. Il sentiero nei primi 400 m di dislivello è praticamente sempre all’interno del lariceto (che a causa della stagione estiva molto prolungata non presenta ancora colori autunnali, ci vorranno 7-10 giorni), mai ripido ma comunque piacevole anche se ogni tanto compie divagazioni un po’ lunghe. Si esce dal bosco ai ruderi dell’Alpe Meyes, balcone panoramico di prim’ordine. Da qui il percorso diventa un po’ più ripido ma sempre su ottimo sentiero, sino a giungere all’ampia conca erbosa dove si intercetta il sentiero proveniente da Pont. Qui non conviene fare il giro largo, ma seguire un vecchio sentiero che si sposta da subito a destra verso le pendici del Col Manteau, ricollegandosi sopra alla strada di caccia prima che inizi la pietraia. Da qui si segue comodamente la bellissima mulattiera ben conservata con un paio di zigzag fino a raggiungere il colle. Dal colle alla cima in pochi minuti percorrendo la dorsale erbosa aggirando comodamente su traccia (un po’ di erba olina) sul versante sud, fino al grosso ometto in cima. Qui un po’ di vento fresco, ma ho trovato comodo riparo sotto un cubo roccioso nei pressi dell’anticima, tant’è che mi sono sono trattenuto lungamente ad ammirare il circondario.
Discesa in relax dalla stessa via di salita, temperature gradevoli e sole caldo. Visto diversi alpinisti in discesa dal Gran Paradiso, tracciata anche la Tresenta, Punta Bianca della Grivola innevata negli ultimi 200 m (la fascia di roccette sopra il bivacco pare pulita). Da queste parti invece nessuno, solo camosci e stambecchi.
L’itinerario non è lungo e molto piacevole, oggi forse fidandosi maggiormente del meteo potevo puntare a qualcosa in più, ma va bene così. Da tornare in mtb per una bella traversata.