Chamoussiere (Punta) da Buillet

Chamoussiere (Punta) da Buillet
La gita
bino92
4 19/10/2014

Percorso di salita come da descrizione partendo da Buillet, per il ritorno ho deciso di passare per Rhèmes St Georges chiudendo così un ottimo ma lungo anello: arrivato allo spiazzo dopo il Mont Paillasse dove c’è la palina segnaletica e i tavoli da pic-nic ho preso la poderale in direzione Champromenty; arrivato là ho preso il sentiero 4 che alternando alcuni tratti di poderale ad altri di mulattiera (fate attenzione ad una svolta a quota 1650 m in cui c’è solamente un paletto di legno con un adesivo del parco a segnalare il sentiero che si stacca dalla poderale! Se non lo vedete rischiate di allungare di molto) mi ha portato in centro a St Georges (è segnato come località Vieux); arrivato sulla strada regionale dopo 500 metri dalla fine del centro abitato in direzione Introd ho proseguito sulla poderale del vecchio canale che in 3,5 km pianeggianti porta fino a Soressamont nei pressi della vasca (un cartello recita “strada chiusa” ma non è vero); da lì basta proseguire per un chilometro circa di strada asfaltata per ritrovarsi al Buillet. Con questo anello non si va a variare il dislivello ma si aumenta considerevolmente lo sviluppo (il GPS mi ha segnato 24 km).
Possibile alternativa per ridurre di un po’ la lunghezza è di prendere il sentiero 3A che appena dopo Champromenty porta direttamente a Soressamont, così si evita di passare per Saint Georges risparmiando più o meno 3 km.

Gita e giornata stupenda sia per il meteo che per i panorami mozzafiato (geniale l’idea di mettere una postazione con canocchiale in cima alla Paillasse!), non ho dato 5 stelle solo per la cresta che parte appena dopo la croce a quota 2414 m. Nulla di impossibile, però essa richiede un costante uso delle mani, una certa esperienza su questo tipo di terreno, un discreto allenamento e un certo occhio nel cercare la via più semplice e sicura. Per questi motivi reputo che la sigla EE sia un po’ stretta, secondo me è un EE/F. È costituita da vari piccoli torrioni (5/6 passaggi delicati) intermezzati da tratti più semplici; entrambi i versanti sono molto esposti, quello di Rhèmes si presenta con sfasciumi alternati da vari lastroni lisci mentre quello di Valsavarenche da ripidi pendii erbosi con qualche canalino di pietre. Su quest’ultimo ci sono varie tracce di passaggio di animali. In salita ho deciso di percorrerla quasi interamente sul filo, scelta che ahimé si è rivelata sbagliata poiché sono stato costretto più volte a fare dietrofront per cercare un altro passaggio o a disarrampicare alcuni tratti per niente sicuri. In entrambe le direzioni mi ha richiesto una marea di tempo, 2 ore per la salita e poco meno per il ritorno (e si sta parlando di 550 m di dislivello!!). Il mio consiglio è di percorrere la prima parte su uno dei 2 fianchi (è indifferente, sono entrambi facili), aggirare i primi torrioni, poi portarsi sul lato Valsavarenche proseguendo, fin dove possibile, lungo le tracce degli animali per poi percorrere l’ultimo pezzo sul filo di cresta (forse la parte più semplice, il pezzo più difficile secondo me è quello centrale) e per il ritorno ripercorrere il tutto a ritroso.
Nonostante tutto, gita molto panoramica dalla grande soddisfazione (la cresta mi ha gasato moltissimo!!) che consiglio solo a gente con un po’ di esperienza che desidera un pizzico di avventura mettendosi alla prova lontano dai soliti sentieri. Quasi sicuramente ci ritornerò, magari per proseguire fino alla Punta del Ran, ma NON in solitaria per ovvi motivi di sicurezza; purtroppo l’unica mia compagnia oggi sono stati molti camosci, una quarantina in tutto. Bellissimi il bosco che in questo periodo autunnale regala colori favolosi e le baite di Arpilles che sono in una posizione stupenda… Altro che il grigiore della città!!
Allego traccia

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