Chamonix-Zermatt Haute Route

Chamonix-Zermatt Haute Route
La gita
alinep
5 23/04/2018
Equipaggiamento
Scialpinistica

Abbiamo percorso l’intera Haute Route (percorso classico) in sette giorni, in versione “italiana”, con partenza da Courmayeur e ritorno a Cervinia.
Siccome abbiamo scelto di percorrere l’itinerario senza guida, ci siamo affidati a quest’ottimo libro, che consigliamo (Lavigne, D./Damilano, F. (2011), Haute Route. Chamonix – Zermatt, JM Editions).

TAPPA 1 (lunedì 23 aprile) Courmayeur – Ref. d’Argentière
Partenza da Courmayeur, risalita con la Skyway fino a Punta Helbronner, discesa della Vallée Blanche, risalita con scale e funivia alla stazione della cremagliera di Montenvers (considerare la possibilità di un portage). Il trenino ci ha lasciati a Chamonix, a poche centinaia di metri dalla fermata del bus (gratuito per gli sciatori) che ci ha portati ad Argentière. Di qui abbiamo preso la funivia per i Grands Montets, quindi abbiamo sciato fino al Glacier d’Argentière e pellato fino al Rifugio. Tempo variabile, con nebbia e pioggerella, neve dura al mattino e molle al pomeriggio. Giornata di grandi discese (e piuttosto cara!), per abituarci a sciare con 10 kg sulle spalle!

TAPPA 2 (martedì 24 aprile) Ref. d’Argentière – Cabane du Trient
Partenza in discesa su neve molto dura, fino all’imbocco della salita per il Col du Passon, trovato in ottime condizioni. Poi si traversa in alto il Glacier du Tour, si risale in canale del Col Supérieur du Tour e si arriva sul piattone del Glacier du Trient, attraversando il quale si raggiunge la Cabane. Super tappa, con cielo terso e innevamento perfetto, in un ambiente grandioso (in questa stagione è bene fare in modo di arrivare al rifugio successivo entro l’ora di pranzo, dopo la neve molla e il caldo diventa importante).

TAPPA 3 (mercoledì 25 aprile) Cab. du Trient – Cab. de Prafleuri
Partenza nuovamente in discesa, fino all’imbocco del Col des Ecandies, da non sottovalutare in anni di scarso innevamento. Quest’anno le condizioni erano ottimali, ma ci siamo comunque serviti delle corde fisse per scendere i primi metri sul versante della Val d’Arpette (queste erano in parte sepolte dalla neve, dunque abbiamo aggiunto le nostre). Si scia bene fino alla base degli impianti, anche se gli orari della logistica ci hanno fatto scendere su neve dura. In anni normali prevedere un po’ di portage in basso. A Champex ci aspettava il taxi prenotato da una settimana, che ci ha portati a le Chable, dove abbiamo potuto approfittare dei prezzi di un supermercato prima di prendere gli impianti per Verbier fino al Col de Gentianes. Dalle piste inizia la seconda parte della tappa, sofferta a causa del caldo dovuto all’ora tarda, che prevede la salita al Col de la Chaux e al Col de Momin, quindi la traversata del Glacier de Rosablanche e la discesa sulla Cabane de Prafleuri, dove c’è l’acqua e ci si può fare la doccia! (anche alla Cabane du Trient si poteva, ma non ci consideravamo abbastanza sporchi). Attenzione all’imbocco del Col de Momin, noi ci siamo tenuti troppo a sud e abbiamo perso un’ora buona!

TAPPA 4 (giovedì 26 aprile) Cab. de Prafleuri – Cab. Des Dix
Una traversata è piena di traversi e questa tappa ne è l’emblema. Salito il Col des Roux, si taglia in alto (o in basso, se c’è pericolo di valanghe o, come quest’anno, il pendio è tutto smosso dalle slavine) lungo il Lac des Dix. Al fondo del lago si attraversa un ponte (tenersi alti), quindi si risale il Pas du Chat, per entrare nel vallone del Mont Blanc du Cheilon. Si attraversa (!) fino alla Cabane. Allenate la gamba destra. Sempre grand beau.

TAPPA 5 (venerdì 27 aprile) Cab. Des Dix – Cab. des Vignettes
Questa tappa è l’unica ad assomigliare ad una gita normale: si sale fino alla punta del Pigne d’Arolla e poi si scende fino al Rifugio. Il Passage de la Serpentine, delicato negli anni in cui è in ghiaccio, quest’anno si sale comodamente con i rampant. Per non affrontare la discesa ripida sotto i seracchi che sovrastano la Cabane, alcuni di noi hanno preferito sciare tenendosi a sud-est, fino al Col de Charmontane, dal quale si deve ripellare alcune decine di metri di dislivello per raggiungere la Cabane. Firn meraviglioso.

TAPPA 6 (sabato 28 aprile) Cab. de Vignettes – Zermatt
Inizialmente avevamo previsto una tappa intermedia alla Cabane de Bertol, ma l’annunciato cattivo tempo ci ha spinti a fare un unico tappone fino a Zermatt. Partiti con una certa premura (alle 5.30 sci ai piedi), abbiamo salito il Col de l’Eveque, sceso nella nebbia fino ai contrafforti della Vierge, ripellato fino alla base del canale del col du Mont Brulé (che si sale a ramponi). In cima qualche sorcio, poi di nuovo nebbia fino al Col de Valpelline, dove per fortuna le nuvole si sono alzate e ci hanno permesso una bellissima discesa al sole con vista sulla ovest e poi sulla nord del Cervino. A mezzogiorno eravamo sulle piste di Zermatt, che sono ancora piuttosto distanti dal paese! In anni di scarso innevamento, prevedere un lungo portage!

TAPPA 7 (domenica 29 aprile) Zermatt – Cervinia
Il maltempo annunciato era nel frattempo arrivato, e gli impianti per il Piccolo Cervino erano chiusi. Così abbiamo dovuto salire con le pelli fino al Colle del Teodulo, rigorosamente lungo le risalite meccaniche: la visibilità era nulla e il vento molto forte. Almeno, siamo riusciti a raggiungere il piazzale della funivia di Cervinia con gli sci!

Super avventura con Geniu, Elisa, Steu e Tex (tutti/e istruttori/trici di scialpinismo della Scuola CAI Valli Pinerolesi).
Percorrere l’intera Haute Route in autonomia è una bella sfida: finché va tutto bene, lungo la via classica, non si è mai posti di fronte a gite difficili (i dislivelli sono attorno ai 1000 metri al giorno e, con un po’ di allenamento, le tappe si risolvono per pranzo) né a tratti troppo tecnici. Tuttavia, perché le tappe funzionino, oltre a buone condizioni nivologiche e metereologiche, è necessario essere molto sicuri del proprio materiale (zaini da 10 kg), dell’itinerario (avevamo 3 GPS, oltre a carte, bussola e super libricino) e delle manovre da fare in caso di emergenza: parte dell’avventura sono anche le lunghe serate dei mesi precedenti, passate a studiare le mappe, a ripassare le manovre e a pesare il materiale!

PS. lungo l’intera Haute Route il telefono prende pochissimo e nessun rifugio ha l’accesso a internet.

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