Chambeyron (Brec de) Traversata dal Buc de Nubiera

Chambeyron (Brec de) Traversata dal Buc de Nubiera
La gita
marco-berra
5 30/08/2015
Accesso stradale
Ok

Due giorni che difficilmente scorderò per l’assoluta bellezza d’insieme che ho vissuto.
Siamo partiti da Chiappera il sabato nel primo pomeriggio e senza troppe difficoltà, per la via normale italiana, abbiamo raggiunto il Bivacco Montaldo (pulito, ordinato ed essenziale) dove abbiamo dormito battendo un pò i denti avvolti dal costante rumore del vento, che nella notte ha pulito completamente il cielo regalandoci l’indomani una giornata perfetta.
La prima parte di cresta non è stata difficile, in parte cavalcata al buio: cengette, terrazzini e pendii di sfasciume portano in breve alla Tête des Cibiroles. La sosta di calata al colletto l’abbiamo trovata in ordine, fantastica la cresta per rimontare il Pariás Coupà, roccia solidissima e tagliente ed esposizione da paura. L’ultima parte per raggiungere l’Aiguille Fochs è tutta da cercare a fiuto, si superano a logica i passaggi più facili spesso sul lato francese ma capita di passare anche da quello italiano, non è mai difficile ma il terreno instabile richiede sempre attenzione. Arrivati al Pas de Jean, si incontrano forse le maggiori difficoltà, un lungo traverso che abbiamo percorso facendo qualche tiro utilizzando tutti i 40 m di corda a disposizione, assicurandoci a un grosso masso prima e poi praticamente al nulla, su terreno duro e compatto, che non permette errori.
Dall’ometto a indicare l’inserimento con la via normale c’è ancora un discreto tratto prima di poter toccare la cima del Brec, che mi ha visto commosso una volta giunto alla croce non appena ho buttato lo sguardo verso il distante Montaldo; brividi.
Discesa infinita, è questo l’unico termine che mi balza in mente, incontrando qualcuno anch’esso sulla via del ritorno, mentre solo noi in cresta.
Insomma una traversata che bisogna compiere una volta nella vita, c’è molto da arrampicare e soprattutto disarrampicare su roccia che spesso lascia a desiderare (a parte il tratto del Pariás Coupà) con uno sviluppo importante, ma l’ambiente e la completa solitudine ripagano veramente di tutto.

Anche oggi mi sono affidato alla guida Andrea G. e con noi Mara, che saluto e ringrazio.

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