


Arrivati nella serata di mercoledi al Bivacco Barenghi che ospitava già altre tre persone e che abbiamo trovato pulito e in ordine, l’indomani la nostra idea era quella di traversare la cresta E dalla Tête de l’Homme fino alla Cima E e risalire la via di arrampicata “dalle rose” per poi raggiungere la cima O.
Ci abbiamo provato ma la pessima qualità della roccia ci ha fatto quasi subito desistere e dopo aver percorso un primo tratto di cresta siamo ridiscesi in direzione del Lago da una rampa di sfasciumi, per poi risalire un canale (trovato un cordino d’abbandono) pensando che fosse il Couloir Gastaldi ingannati anche dalla nebbia bassa che ci avvolgeva, ritrovandoci in piena parete S a ravanare non poco, fino a quando abbiamo incontrato alcuni ometti e seguendoli siamo arrivati in vetta. Poco sotto la croce sono allestite due doppie (spit e chiodo con catena e chiodo con cordino) da 30 m che riportano sulle cenge detritiche della normale, poco oltre c’era anche un’altra doppia (che dovrebbe far evitare alcuni tratti di sfasciume) attrezzata con spit e catena ma non sapendo da quanto era abbiamo preferito non usarla.
Successivamente siamo scesi dalla variante (percorso verde nella foto di marcog72) fino a raggiungere la parte bassa del Gastaldi, da li utilizzando due doppie trovate in loco (un cordone attorno a un masso e due chiodi con cordino, di cui uno un po traballante ma l’altro ancora sicuro) siamo scesi velocemente nella parte alta del conoide, per poi ricongiungerci al sentiero di ritorno.
Il mio consiglio spassionato è veramente di non perdere mai d’occhio gli ometti (anche se tanti sono quelli che portano fuori percorso) perchè è una bella cima ma se inizi a ravanare per tirarti fuori da li ti rimane indubbiamente sullo stomaco.
Con la compagnia di Massimo, ormai fedele socio di questi terreni!